"Questa bambina è conciata come una sedicenne". Mi sono chiesta più volte il senso di questa affermazione da parte di Corrado Augias, giornalista conduttore televisivo e scrittore della cui sensibilità e delle cui capacità di analisi non ho mai dubitato. Mi deve essere sfuggito il senso, perché questa frase pronunciata durante il programma Di Martedì, su La7, condotto da Giovanni Floris, commentando la foto di Fortuna Loffredo, morta a 6 anni, scaraventata dall'ottavo piano di un palazzo nella periferia del Napoletano e vittima di abusi sessuali, mi ha raggelato il sangue. La foto – proiettata sullo schermo degli studi – mostra la piccola sorridente con una Tshirt rosa e i capelli sciolti in riccioli – "boccoli" – sottolinea Augias – sulle spalle. Chicca, come la chiamavano nelle palazzine popolari del Parco Verde, ha un aspetto comune a molte sue coetanee.
Per non tradire le regole della comunicazione devo precisare il contesto delle parole di Corrado Augias. Il giornalista stava parlando dell'ambiente di degrado in cui si sono consumati gli abusi e il brutale assassinio per il quale è attualmente in carcere il vicino di casa Raimondo Caputo. Si tratta del rione Parco Verde, roccaforte dello spaccio di droga e da due anni teatro di uno dei crimini peggiori che si possano immaginare: l'omicidio di una bambina. Il giornalista e scrittore parla dell'omertà degli inquilini del palazzo, la stessa segnalata dai magistrati inquirenti che sono stati ostacolati attivamente nelle indagini (nel palazzo sono state distrutte 60 cimici). Precisa che non vuole attribuire una responsabilità "collettiva" eppure, si tratta di un ambiente profondamente degradato. Poi commenta la foto, l'aspetto di Fortuna, che, in niente, ammetto, mi pare diverso da quello di ogni altra bimba.
Se la stessa bambina l'avessimo vista giocherellare con uno smartphone in un centro commerciale, insieme alla mamma o le amichette, con la sua t-shirt rosa e i boccoli chiari, avremmo pensato che proveniva da un contesto a rischio? Che il suo aspetto era sintomatico di un disagio sociale? Ne dubito, non l'avremmo neanche notata, oserei dire, perché, malgrado il dramma delle violenze subite, Fortuna indossava sempre, insieme alla maglietta, un bellissimo sorriso. Quello, sì, appropriato per la sua età. Continuo a cercare il senso delle parole di Augias, che mi hanno fatto raggelare il sangue, soprattuto se penso all'innocenza tradita di quella bambina, scaraventata dall'ottavo piano come una borsa vecchia. Ma devo aver capito male io.