Trent'anni di carcere: è questa la richiesta del sostituto procuratore di Napoli, Stefano Capuano, per Alfredo Galasso, 31 anni, reo confesso dell'omicidio di Raffaele Perinelli, il giovane calciatore di 21 anni ucciso a coltellate il 6 ottobre del 2018 a Miano, quartiere della periferia settentrionale del capoluogo partenopeo. L'udienza è fissata per il prossimo 28 giugno, quando il gup del Tribunale di Napoli dovrà pronunciarsi su Galasso: da vedere se il magistrato accoglierà o meno la richiesta del sostituto procuratore che, come detto, ha chiesto una condanna a 30 anni di reclusione.
L'omicidio di Raffaele Perinelli
Come detto, è il 6 ottobre del 2018 quando Raffaele, che tutti chiamano Lello, viene accoltellato nel corso di una violenta lite a Miano, il quartiere in cui è cresciuto e dove vive. Viene lasciato in fin di vita all'esterno del Pronto Soccorso dell'ospedale Cardarelli: gravi le ferite, soprattutto una al petto, all'emitorace sinistro, che si rivela fatale. Lello, calciatore della Turris, muore a soli 21 anni. Nella notte, Alfredo Galasso, 31 anni, si presenta ai carabinieri di Casoria e si costituisce: è stato lui ad accoltellare Lello. Secondo quanto ricostruiscono gli inquirenti, grazie anche alla confessione dell'assassino, l'omicidio del 21enne sarebbe scaturito da una discussione avuta tra la vittima e il suo carnefice – che si conoscevano da tempo – giorni prima del delitto all'interno di una discoteca. Galasso, dunque, se la sarebbe legata al dito, meditando così di uccidere Perinelli.