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L'omicidio di Ugo Russo a Napoli

Omicidio Ugo Russo, corteo nel centro di Napoli. Il padre: “Chi ha visto qualcosa parli”

Circa cento persone hanno sfilato lungo via Toledo per chiedere “giustizia e verità” per Ugo Russo, il giovane ucciso la notte del 1 marzo da un carabiniere che aveva cercato di rapinare. Il corteo si è fermato in via Generale Orsini, luogo della sparatoria, lì il padre si è rivolto ai residenti: “Se avete visto qualcosa, scendete, non abbiate paura”.
A cura di Nico Falco
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Circa cento persone hanno sfilato in corteo lungo via Toledo, e fino a via Orsini, oggi, 3 luglio, per chiedere "verità e giustizia per Ugo Russo", il ragazzo ucciso la notte del 1 marzo dal carabiniere in borghese che stava tentando di rapinare. Insieme agli amici e ai familiari del quindicenne c'era anche la famiglia di Davide Bifolco, il giovane di quasi 17 anni ucciso durante un inseguimento da un carabiniere nella notte tra il 4 e il 5 settembre 2014 nel Rione Traiano.

In marcia soprattutto giovani, molti con magliette e cartelli con la fotografia del 15enne. Il corteo è partito da largo Berlinguer, è passato per via Toledo, piazza del Plebiscito ed è arrivato in via Orsini, dove si è fermato davanti al punto in cui è morto il 15enne. Lì il padre si è rivolto ai residenti degli edifici intorno. "Noi siamo morti quella notte – ha detto – nessuno mi può fermare più. Non aspettate che possano morire altre famiglie. Se avete visto qualcosa, scendete, non abbiate paura".

Quella notte, questa la ricostruzione, Ugo insieme a un amico tentò di rapinare del rolex un carabinere fuori servizio, ma il militare, minacciato con una pistola che poi si rivelò replica, aprì il fuoco. Non è chiaro quanti colpi furono esplosi, né la dinamica della sparatoria ma il 15enne, colpito gravemente, stramazzò al suolo e morì pochi minuti dopo. Il militare avrebbe esploso almeno un colpo mentre Russo era in fuga e un altro in direzione del complice. Alla notizia del decesso alcune persone devastarono il Pronto Soccorso dell'ospedale Pellegrini, dove era stato portato il ragazzo nell'estremo tentativo di salvarlo; per quell'episodio ad aprile sono state arrestate 9 persone, tra cui uno zio e una zia del 15enne. Dopo la devastazione del Pronto Soccorso, nella stessa notte, due persone avevano aperto il fuoco contro la caserma Pastrengo, sede del Comando Provinciale dei Carabinieri di Napoli; per queso raid sono stati fermati pochi giorni dopo un 22enne e un cugino di Ugo Russo, figlio della coppia arrestata per l'assalto al Pellegrini. Il carabiniere è indagato per omicidio volontario.

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