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L'omicidio di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica

Omicidio Vassallo, il fratello: “Togliete il nome di Angelo dai circoli del Pd”

Dario Vassallo, fratello di Angelo, il sindaco di Pollica ucciso nel 2010, ha chiesto al Pd di rimuovere il nome del fratello da tutti i circoli a lui intitolati. Una decisione motivata dal comportamento avuto dal partito dopo le denunce presentate dal sindaco ucciso, che sarebbero cadute nel vuoto, e in seguito alla “vergognosa protezione accordata ad Alfieri”.
A cura di Nico Falco
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Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica ucciso il 5 settembre del 2010
Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica ucciso il 5 settembre del 2010
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Il Partito Democratico deve rimuovere entro un mese il nome di Angelo Vassallo dai circoli a lui intitolati, perché il partito non ha fatto nulla dopo le sue denunce sulla realizzazione di strade fantasma e contro l'allora assessore al Lavori pubblici e oggi sindaco di Capaccio Paestum Franco Alfieri. Lo ha chiesto Dario Vassallo, presidente della Fondazione Angelo Vassallo e fratello del "sindaco pescatore" di Pollica (Salerno), ucciso il 5 settembre 2010 in un agguato le cui circostanze non sono state ancora chiarite.

Dario Vassallo, in una lettera indirizzata al Pd nazionale, alla Segreteria regionale del Pd Campania e alle segreterie provinciali della regione, si dice pronto ad agire per vie legali se l'invito non verrà accolto. La decisione, spiega, è stata presa "considerando il comportamento avuto dal Partito democratico in Campania durante questi anni". L'uomo parla di "vergognosa protezione che avete accordato a Franco Alfieri, colui che non ha visto, non ha sentito e non ha parlato delle strade fantasma".

Il riferimento è alle denunce presentate da Angelo Vassallo tra il 2008 e il 2009 sulla realizzazione della strada Celso di Pollica-Casal Velino e nei confronti di Franco Alfieri, che allora ricopriva l'incarico di assessore ai Lavori pubblici della Provincia di Salerno ed è stato anche capo della segreteria del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca; alle ultime elezioni è stato eletto sindaco di Capaccio Paestum. È la persona a cui si rivolge il Governatore nella famosa battuta delle "fritture di pesce" da offrire agli elettori per il sì al referendum costituzionale del 2016.

"La storia di Angelo non vi appartiene – si legge nella lettera inviata al Partito Democratico – e la vostra assenza significa complicità. La mia richiesta non ha bisogno di altra motivazione e, se non ottemperate a questo nostro invito entro 30 giorni, darò mandato ai nostri legali".

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