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Reddito di cittadinanza, le ultime notizie

Licenziati ed esclusi dal Reddito di Cittadinanza: la protesta con orecchie da coniglietto

Due operai licenziati dalla Fiat Chrysler Automobiles (Fca) sono saliti sul campanile della Chiesa del Carmine di piazza Mercato, a Napoli, esponendo uno striscione che recita: “Reddito di Cittadinanza per licenziati non c’è”. I due furono licenziati nel 2014, poi reintegrati nel 2016 ed infine definitivamente licenziati nel 2018. “Passeremo qui la Pasqua”, hanno annunciato, contestualmente ad uno sciopero della fame.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Un Sabato Santo particolare per due operai licenziati dalla Fiat Chrysler Automobiles (Fca), che si sono arrampicati sul campanile della Chiesa del Carmine a Napoli, esponendo anche un grande striscione con la scritta "Reddito di Cittadinanza per licenziati non c'è". Una protesta che vede la partecipazione anche di alcuni licenziati dalla ditta "Bruscino Ambiente spa", che sono in piazza per sostenere i due operai che si trovano invece sul campanile. La scelta non è stata certo casuale: il campanile della Chiesa del Carmine, infatti, è uno dei più alti di Napoli ed è visibile pressoché da ogni punto del centro storico cittadino. I due operai saliti sul vertice, oltre ad aver esposto uno striscione, hanno anche minacciato l'intenzione di passare lì la Pasqua in segno di protesta. Mimmo Mignano, uno dei due protestanti, oltre a confermare questa volontà ha poi spiegato che inizieranno uno sciopero della fame, "finché non ci saranno risposte concrete alla nostra vertenza". I due operai hanno portato con loro anche delle orecchie da coniglietto: un oggetto diventato un "simbolo" dopo la recente vicenda dello scambio di battute tra un utente Facebook e chi gestisce la pagina Inps sul popolare social network.

I due operai furono licenziati nel 2014, dopo che avevano messo in atto diverse iniziative di lotta all'interno dell'azienda in seguito a due suicidi nel reparto-confino di Nola, dove erano stati trasferiti e messi in cassa integrazione a zero ore con altri trecento operai, con l'accusa di essere venuti meno al cosiddetto "obbligo di fedeltà" nei confronti dell'azienda. Nel 2018, una sentenza definitiva della Corte di Cassazione ha stabilito che i due non possono più essere reintegrati in fabbrica, dopo che nel 2016 la Corte d'Appello aveva invece sancito il loro reintegro: i due sono stati anche condannati a "restituire" gli stipendi percepiti in quei due anni dall'azienda, mentre oggi ora si trovano anche esclusi dal reddito di cittadinanza per non avere i requisiti necessari per presentare richiesta. Da qui la scelta forte di una protesta nel Sabato Santo, alla vigilia di Pasqua, per sensibilizzare l'opinione pubblica sul loro caso.

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