Napoli, ospedale Pellegrini, denuncia degli operatori: “Per le mascherine tiriamo a sorte”
La tenda del pre-triage, quella allestita nel cortile interno per il controllo iniziale sugli utenti, non funziona sempre: non c'è abbastanza personale. Così si accede direttamente al triage, nel Pronto Soccorso. Entrando nell'ospedale, arrivando alla saletta dove ci sono anche gli altri pazienti. Salgono anche i casi sospetti di coronavirus, accompagnati dagli operatori socio sanitari, passando per le scale o, se non sono in grado di muoversi, infilandosi nel piccolo ascensore. È la situazione dell'ospedale Vecchio Pellegrini di Napoli, raccontata da alcuni dipendenti che hanno contattato Fanpage.it per denunciare le condizioni di lavoro: sono ancora in prima linea, e ci resteranno, ma non si sentono protetti.
"La nostra Asl non ci fornisce i dispositivi di protezione individuali adatti per svolgere il nostro lavoro – spiega un operatore sanitario in uno dei video – sia al Pronto Soccorso, sia nei reparti. Stiamo lavorando contro un virus senza armi, senza poter difenderci. Siamo a rischio tutto noi che lavoriamo nella sanità e nessuno parla. Non è possibile che, tutti i giorni, noi operatori viviamo un incubo. Non ci sono percorsi alternativi, non c'è un pre-triage. Quella – indica la tenda allestita nel cortile – dovrebbe essere per i pazienti sospetti positivi. Invece dobbiamo portare l'ammalato sopra, nel Pronto Soccorso, e mettere un potenziale positivo vicino agli altri utenti".
I racconti di altri operatori sono simili: difficoltà nei percorsi separati, la paura di essere entrati in contatto con qualche paziente positivo senza saperlo e quindi di contagiare anche le proprie famiglie, la necessità di avere quanto prima i dispositivi di protezione, quelli che mancano in gran parte degli ospedali italiani per via dell'enorme richiesta dovuta ell'emergenza epidemiologica da Covid-19; il Comune di Napoli ha comunicato che, da lunedì prossimo, distribuirà ogni settimana 5mila mascherine. "Le mascherine ffp3, quelle che potrebbero realmente proteggerci – racconta un altro operatore sanitario – non ci sono praticamente mai. Quando ci arrivano sono sempre troppo poche. Dovrebbero essere monouso ma le usiamo per due, tre giorni. E per decidere chi deve averle tiriamo a sorte".