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Padre Zanotelli contro De Magistris: “Non ha fatto nulla per gli ultimi, zero assoluto”

Duro attacco del padre comboniano al Sindaco di Napoli nella sua intervista a Fanpage.it: “Abbiamo chiesto aiuto per i senza fissa dimora, per i migranti, per i senza reddito, il Comune non ha fatto nulla, zero assoluto”. In due mesi non è stata trovata una struttura per ospitare i 2000 senza fissa dimora della città durante la pandemia, mai convocato il tavolo povertà. “In questi anni non ho visto politiche serie”
A cura di Antonio Musella
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Nella sua piccolissima casa alle spalle della chiesa di San Vincenzo nel cuore del Rione Sanità, è indaffarato tra carte e documenti. Il telefono squilla di continuo, sono richieste di aiuto, segnalazioni o semplici domande di conforto. E' arrabbiato padre Alex Zanotelli, il prete comboniano conosciuto in tutto il mondo per il suo impegno per i poveri. Vive a Napoli da ormai 15 anni e ne ha viste tante in questa città. Dalla lotta contro la privatizzazione dell'acqua alla stagione delle lotte contro le discariche e gli inceneritori, dal contrasto alla camorra con l'omicidio del piccolo Genny Cesarano fino alle battaglie per i diritti dei migranti, Zanotelli a Napoli è sempre stato un punto di riferimento. Da due mesi, insieme a diverse realtà di base ed enti del terzo settore, chiede all'amministrazione di Luigi de Magistris di fare di più per gli ultimi della città in questa momento di gravissima crisi sanitaria ed economica. "Nulla, nulla di nulla" ci dice Zanotelli riannodando i fili di un tentativo disperato di interlocuzione con le istituzioni caduto miseramente nel vuoto.

Una struttura per i senza fissa dimora: due mesi di promesse mancate

"All'inizio della pandemia tutti i parroci del Rione Sanità ci siamo preoccupati molto per i senza fissa dimora – racconta Zanotelli a Fanpage.it – il centro "La Tenda" qui nel quartiere ospita ogni sera 120 senza fissa dimora, ma con la chiusura dei centri diurni la mattina erano in giro senza meta, il quartiere iniziava a premere e abbiamo chiesto al Comune una struttura per i senza fissa dimora, per potergli consentire di fare la quarantena in sicurezza. Ma nulla". Eravamo nel mese di marzo ed è da lì che inizia il racconto del padre comboniano, una storia che porta inevitabilmente il missionario a riflettere sui dieci anni di amministrazione della città. "Insieme a tutte le realtà di base di Napoli abbiamo chiesto un incontro all'Assessore Buonanno ed era presente anche il Prefetto Valentini – racconta – abbiamo proposto di aprire l'ospedale Ascalesi, ma la struttura è di proprietà della Regione ed il Comune non parla con la Regione. Mi chiedo come è possibile in una situazione così grave arrivare a non parlarsi?". Zanotelli è un fiume in piena e ripercorre tutte le tappe: "Non hanno fatto nulla. Dopo due mesi ci vengono a dire che hanno trovato una struttura a Soccavo, il polifunzionale, ma che può ospitare solo 30 persone, e cosa abbiamo risolto? Niente. Eppure ad oggi non hanno fatto nemmeno quello". A Napoli circa 2000 persone vivono per strada, sono i senza fissa dimora, per loro l'emergenza Coronavirus ha significato ulteriore emarginazione a partire dalla condizione di non avere una casa in cui stare. Dopo due mesi e con l'avvio della Fase 2 della pandemia che vede l'allentamento delle restrizioni, ormai è troppo tardi per trovare una soluzione. "Ma non ci sono solo i senza fissa dimora – spiega Zanotelli – qui nel Rione Sanità la metà della popolazione lavora in nero, in questo periodo significa fame e sarà sempre di più così. Abbiamo chiesto una mano per gli ultimi, ma è stato fatto zero".

Mai convocato il tavolo povertà durante la pandemia

Sono diverse le realtà che hanno inviato una lettera al Comune di Napoli spiegando che "il tempo è scaduto, e non è stato fatto nulla". Tra loro la Croce Rossa, la comunità di Sant'Egidio e il consorzio Gesco. "In questi due mesi non è mai stato convocato il tavolo delle povertà da parte del Comune – sottolinea Zanotelli – è possibile che l'amministrazione non riesca a costruire una sinergia con le tantissime realtà di base, del mondo cattolico e del mondo laico, che stanno facendo un lavoro enorme in questa città?". La crisi socio economica generata dalla pandemia da Coronavirus sta cambiando radicalmente il fabbisogno di welfare in città, il rapido impoverimento di fasce molto grandi della popolazione richiede un intervento immediato e innovativo dal punto di vista dell'offerta delle politiche sociali. Tante associazioni stanno lavorando in autonomia, come L'Altra Napoli onlus, oppure la rete dei centri sociali che sta distribuendo le spese solidali a chi ne ha bisogno. "Ho continuato a chiedere, per favore aiutiamo i migranti che lavorano in campagna sotto il caporalato, almeno facciamo pressioni sul governo per la regolarizzazione, aiutiamo i Rom, anche solo per portargli qualcosa da mangiare. Niente, nulla" prosegue Zanotelli.

"In questi anni non ho visto politiche serie per le periferie"

Alle spalle delle piccola sedia su cui è appoggiato, ci sono le foto con Mimmo Lucano, con Don Andrea Gallo, i gadget del presidio antidiscarica di Chiaiano, simbolo di un impegno che ha radici profonde. "Per me la politica è sacra – dice Zanotelli – ma quando parte dagli ultimi, non quando si fanno favori ai ricchi, i ricchi non hanno bisogno della buona novella, Gesù mi ha insegnato che la buona novella va portata agli ultimi, per dare speranza a questa gente". Le considerazioni diventano un bilancio sull'azione amministrativa in città: "Io l'ho sempre detto Napoli è divisa in due, da un lato c'è la Napoli bene del Vomero, di Chiaia e di Posillipo, dall'altra c'è la Napoli malamente, quella delle periferie che vivono condizioni difficilissime, io in questi anni non ho visto politiche serie per le periferie". Il futuro dei modelli di welfare è un tema su cui la politica deve immediatamente misurarsi: "C'è bisogno di inventiva, di competenza, di idee nuove – conclude il padre comboniano – se la politica non fa questo, cosa fa la politica in questa città?"

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