Paestum-Capaccio, Franco Alfieri sindaco: corteo di ambulanze per ‘festeggiare’ l’elezione
Franco Alfieri, già capo della segreteria del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e già sindaco di Agropoli, è da domenica notte primo cittadino a Capaccio-Paestum, perla balneare e archeologica del Salernitano. Si tratta dello stesso Alfieri ormai associato alle ‘fritture di pesce‘ (quelle che De Luca gli chiedeva, pubblicamente e ironicamente di regalare ai suoi elettori per garantirsi consenso). Nella lunga notte dello spoglio al ballottaggio, quando Alfieri è stato ufficialmente dichiarato sindaco, è scattata la festa. Una festa che tuttavia rischia di scatenare una nuova polemica senza fine ai danni del neoeletto (contro cui di recente si è mossa la magistratura, sequestrando atti in una indagine per presunto voto di scambio).
Motivo? Presto detto: ieri un tir e ambulanze, nel cuore della notte, hanno attraversato a sirene spiegate le strade della cittadina per celebrare la vittoria a sindaco del re delle fritture di pesce. Il tutto è documentato da video, diffusi dal Movimento 5 Stelle: "Ben sette i mezzi per il soccorso pubblico impiegati fino a tarda notte a esaltare la vittoria di un uomo sul cui capo pende un’indagine per voto di scambio politico mafioso. Mezzi gestiti, tra l’altro, dalla società Squecco, di proprietà di Roberto Squecco, imprenditore delle pompe funebri e fresco di condanna definitiva per estorsione con metodo mafioso, la cui moglie è stata appena eletta consigliera comunale nelle liste a sostegno di Alfieri. E non è un caso che la campagna elettorale di Franco Alfieri sia stata inaugurata con una grande festa evento al lido Kennedy, di proprietà di Roberto Squecco, alla presenza, tra gli altri, di Piero De Luca». La denuncia pubblica è del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Michele Cammarano.
“Siamo al paradosso. Ci troviamo – commenta ancora Cammarano – al cospetto di un sistema che va oltre ogni immaginazione, caratterizzato da un potere esercitato come in un vero e proprio feudo, dove tutto è sotto il controllo di un unico padre-padrone. Un uomo, giova ricordarlo, celebrato dal governatore De Luca come modello da emulare per procacciare preferenze elettorali e a cui, alla luce della grave indagine in cui è coinvolto, avevano chiesto il ritiro della candidatura. Così come – conclude – abbiamo chiesto a tutti i capigruppo in Consiglio regionale di firmare la nostra richiesta di revoca dell’incarico di consigliere all’Agricoltura, ruolo attraverso il quale ha voce in capitolo sulla gestione di miliardi di fondi per i Piani di sviluppo rurale".