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Parrucchieri e barbieri chiusi, “una assurdità: lavorano gli abusivi a domicilio”

Pasquale Faeta, barbiere di Secondigliano a Napoli: “Siamo alla fame, non incassiamo un euro da più di un mese, mentre le bollette continuano ad arrivare. Ma mentre noi barbieri stiamo a casa a non fare niente, gli abusivi continuano ad andare a domicilio a tagliare i capelli. Lo Stato ci aiuti”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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“Siamo alla fame, non incassiamo un euro da più di un mese, mentre le bollette continuano ad arrivare puntualmente. In queste condizioni sarà difficile continuare a pagare gli stipendi ai dipendenti. Ma mentre noi barbieri stiamo a casa a non fare niente. Molti clienti ci chiedono di riprendere l'attività. Io dico sempre di no, a malincuore. Mentre gli abusivi continuano ad andare a domicilio a tagliare i capelli. Ma che senso ha tenere i parrucchieri chiusi quando c'è gente in fila al supermercato e nelle pescherie? Il Governo e la Regione ci aiutino con un sostegno economico. Noi siamo pronti a riprendere l'attività anche subito, con le dovute precauzioni, e abbiamo comprato mascherine, visiere protettive, camici e guanti monouso. Fateci lavorare”. Si sfoga così Pasquale Faeta, barbiere del Rione Kennedy a Secondigliano, nel gruppo di Barberia Elite di Napoli. “Purtroppo siamo stati classificati come categoria ad alto rischio – dice – di questo passo saremo gli ultimi a riaprire. Non si vede l'uscita dal tunnel. Molti di noi non riapriranno più”.

Il decreto del Governo: barbieri ancora chiusi fino al 3 maggio

Con l'ultimo Decreto annunciato venerdì scorso dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, barbieri, parrucchieri ed estetisti resteranno chiusi per altre tre settimane in Campania. Lo sperato sblocco del settore non è arrivato. Tutte gli esercizi di acconciatori sono chiusi dal 10 marzo scorso, a seguito del Dpcm del Governo e del decreto regionale, adesso, la chiusura è stata prorogata dal 14 aprile al 3 maggio prossimi, salvo ulteriori proroghe. I napoletani, quindi, dovranno provvedere da soli per le acconciature. Il decreto del Governo, infatti, all'articolo 1, punto cc), recita: “sono sospese le attività inerenti servizi alla persona (fra cui parrucchieri, barbieri, estetisti)”.

Faeta, siete preoccupati da questa situazione?

“Stiamo pagando un prezzo troppo alto. Il Governo non ci aiuta. Io ho chiuso il mio esercizio 40 giorni fa, non sto incassando un euro. Ma invece degli aiuti dello Stato mi stanno arrivando le bollette delle utenze. Mentre anche le pratiche per avere la sospensione dei mutui sono lente. E come me tanti colleghi sono in difficoltà. Sembra che tutto a un tratto i barbieri siano diventati il maggior veicolo di contagio. Ma altri esercizi commerciali hanno riaperto. Mantenendo le distanze di sicurezza le attività possono riprendere”.

Le stanno arrivando richieste per riprendere l'attività?

"Tantissime persone mi mandano messaggi, chiedendo se abbiamo ripreso l'attività. Ovviamente io rispondo di no, con grande sofferenza. Perché è difficile dire di no ai soldi che ti servono per mettere il piatto a tavola ogni giorno. Ciò nonostante, ci segnalano che tanti abusivi stanno andando a casa a tagliare i capelli”.

Cosa proponete?

“Siamo consapevoli anche noi del rischio contagio e ovviamente prenderemo tutte le precauzioni per evitarlo, come stanno facendo gli altri esercizi commerciali che sono aperti. Abbiamo già acquistato mascherine Ffp2, caschi protettivi con visiera, guanti e camici monouso, gel disinfettanti. Chiediamo solo di metterci nelle condizioni di riprendere l'attività. Noi barbieri provvederemo alla sanificazione continua. Già dall'inizio di marzo, prima della chiusura, avevamo comprato i disinfettanti antibatterici per pulire i locali. Ma ci preoccupa anche quello che accadrà dopo con la riapertura”.

Perché?

“Serviranno regole per l'accesso ai negozi di barbieri e parrucchieri. Per evitare l'assalto. In questo momento di forte crisi del settore né io né gli altri colleghi possiamo permetterci di ammalarci. Si possono studiare sistemi di turnazione e prenotazione telefonica per evitare l'affollamento dei locali. Magari all'inizio si potrebbe limitare l'attività solo alle acconciature dei capelli, rinviando le barbe, che sono più a rischio contagio. Probabilmente ci saranno maggiori attese tra un cliente e l'altro, per evitare l'affollamento e anche perché ci saranno norme più rigide per sterilizzare e cambiare gli strumenti, cosa che peraltro già si fa”.

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