Partecipate, Corte dei Conti archivia inchiesta su De Luca, Caldoro e 33 consiglieri
La Commissione regionale sugli sprechi delle aziende partecipate non era una "copia" di altre commissioni consiliari, quindi non c'è stato il danno erariale di 311mila euro per il quale erano stati invitati a dedurre il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e altri 33 consiglieri regionali, tra cui l'ex presidente Stefano Caldoro. La procura generale della Corte dei Conti ha chiuso con un'archiviazione l'inchiesta che era nata in seguito a un esposto del Movimento 5 Stelle presentato nel giugno 2017 e che puntava il dito sulla commissione regionale che indagava sugli sprechi, accusata anch'essa di sprechi.
"Le prerogative della commissione regionale sugli sprechi delle aziende partecipate – scrive la Corte dei Conti – non erano duplicazioni di altre commissioni consiliari e pertanto non si ravvisa il danno erariale ipotizzato nell'invito a dedure di 311 mila euro".
L'esposto del M5S sulla Commissione per gli sprechi sulle Partecipate
Nell'atto d'accusa dei pm contabili l'organismo era ritenuto illegittimo già dalla nascita, nel 2015, e per i due anni di proroga successivi. Nel dossier presentato dai 5 Stelle si indicava la commissione come un "inutile doppione", duplicazione di altre strutture interne ed esterne al Consiglio regionale della Campania, che, nato per verificare eventuali sprechi delle aziende Partecipate della Regione, aveva finito col causare ulteriori costi inutili per la collettività, stimati in oltre 311mila euro al 31 dicembre 2018.
I costi della Commissione di inchiesta sulle Partecipate
La costituzione della Commissione di inchiesta sulle società partecipate, consorzi ed enti strumentali dipendenti dalla Regione Campania fu approvata a maggioranza (26 consiglieri favorevoli, 7 contrari e 4 astenuti) il 9 dicembre del 2015; si insediò il successivo 19 gennaio, nel corso della seduta consiliare. Ci furono richieste di proroga approvate tre volte (il 29 dicembre 2016, l'11 luglio 2017 e il 30 gennaio del 2018) e la commissione rimase operativa fino al 19 marzo 2018.
Il 20 marzo fu presentato una una relazione finale di una ventina di pagine sull'analisi di una dozzina di enti esaminati. Le cinque unità che costituivano il personale sono costate 203mila euro, mentre l'ufficio di presidenza è costato oltre 87mila euro, tra il 2016 e il 2017; a questi si aggiungono i quasi 21mila euro che costituiscono i costi della proroga di altri due mesi votata il 30 gennaio 2018 per alzata di mano.