Giuseppe Matarazzo ucciso dopo una condanna per violenza sessuale: “Non meritava di morire”
Frasso Telesino, comune di poco più di duemila abitanti in provincia di Benevento, è da giorni scosso da una vicenda di cronaca nera che lo ha riportato indietro nel tempo. Giovedì sera Giuseppe Matarazzo, pastore di 45 anni, è stato ucciso a colpi di pistola fuori dalla casa in cui abitava con i genitori. L'uomo era tornato a casa da un mese, dopo aver finito di scontare una pesante condanna per violenza sessuale. I fatti che lo avevano portato in carcere risalgono al 2008, quando una ragazzina di soli 15 anni si suicidò, sempre a Frasso Telesino. In seguito si scoprì che l'adolescente e la sorella, vicine di casa, erano state abusate sessualmente dal pastore. Matarazzo era stato scagionato dall'accusa di istigazione al suicidio, ma condannato in primo grado e poi dalla Corte d'appello a 11 anni e sei mesi per gli abusi. Da un mese aveva però finito di scontare la sua pena ed era tornato a casa: non era dunque in permesso premio, come sembrava in un primo momento.
Giovedì sera, stando a quanto ricostruito finora dagli inquirenti, l'uomo sarebbe stato avvicinato da due persone a bordo di un'auto di grossa cilindrata, che gli hanno chiesto delle indicazioni stradali. Matarazzo, che probabilmente non li conosceva, si è avvicinato: a quel punto uno dei due ha esploso diversi colpi di pistola di piccolo calibro, che lo hanno ucciso sul colpo. L'auto con i due uomini a bordo si è allontanata prima che la mamma del pastore, che era con lui in casa, potesse rendersi conto di quanto era accaduto.
Sarà l'autopsia a determinare con esattezza la dinamica della morte del 45enne e a fornire agli inquirenti informazioni utili, ad esempio sul tipo di proiettili che lo hanno ucciso. Nel frattempo però nel piccolo paese del Sannio gli amici e i conoscenti della vittima sono affranti: "Siamo mortificati per quello che è successo, in un Paese civile queste cose non devono accadere", ha detto un abitante di Frasso alle telecamere di Fanpage.it. In molti lo difendono: "Era un bravissimo ragazzo", ha detto un altro abitante di Frasso, mentre un altro residente ha aggiunto: "Secondo me era stato condannato ingiustamente". Qualcuno, ripensando a quanto accaduto in passato e all'ipotesi di una vendetta, al momento tutta da verificare, ha aggiunto: "Forse una volta uscito doveva andare in un altro Paese, in un altro posto". Tutte le persone intervistate in ogni caso condannano quanto accaduto: "Aveva pagato il suo debito con la giustizia, non si ammazza un uomo, ma nemmeno un animale si ammazza a tradimento".