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Pizzeria Pellone, il conto fa arrabbiare il cliente: “Troppi 9 euro per una pizza fritta”

Su Facebook centinaia di condivisioni per la lamentela di un cliente contro la celebre pizzeria di Poggioreale (piazza Nazionale): “Una pizza bufalina pagata 14 euro, 9 per una fritta e non ho avuto nemmeno lo scontrino fiscale”. I titolari di Pellone chiedono scusa sul social network: “Usiamo i migliori ingredienti in circolazione”.
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"Qualcuno dovrebbe spiegare ai proprietari della storia Pizzeria Pellone (vicino piazza Nazionale) che l'Expo si tiene a Milano e che pure li si stanno tutti lamentando dei prezzi esagerati". Esordisce così, in un post su Facebook che è subito diventato ‘virale' un giovane napoletano, cliente della storica pizzeria di piazza Nazionale, un vero punto di riferimento per gli amanti della margherita e della pizza fritta. Luca – questo il suo nome – pubblica sul social network una immagine di un conto – non quello fiscale visto che, racconta il cliente, la pizzeria ha avuto un problema al registratore di cassa -.

È il dettaglio del conto che fa arrabbiare il cliente che descrive il tutto su Fb. "Pagare 12 euro un'ortolana – scrive – 14 una bufalina (sono tutti tipi di pizze ndr.) e 9 una pizza fritta cicoli e ricotta (che non sono proprio due ingredienti nobili) è una presa in giro. Una presa in giro per noi, che qui ci viviamo e che sappiamo come pizze altrettanto buone si possano pagare la metà facendo pochi passi e una presa in giro doppiamente più grande per gli ignari turisti che, poveri loro, non avendo metri di paragoni escono pure felici e contenti. Dal canto mio non ci metterò più piede con mio sommo dispiacere e mi farò mancare la loro enorme e ottima pizza fritta. Ciao Pellone Ciao". Il paragone con le altre pizzerie altrettanto note è impietoso: "Qui, a Napoli una pizza fritta da Di Matteo costa 5 euro e una pizza ‘gourmet' alla Notizia non supera i 10 euro".

Fra i numerosi commenti c'è chi poi posta un'altra immagine. Sempre stesso tipo di fattura attribuita alla Pizzeria Pellone – rigorosamente non fiscale – e stavolta la pizza bufalina costa 10 euro. Occorre chiarire ai profani di cosa stiamo parlando. La cosiddetta  "pizza bufalina" è una variante della più nota margherita, se ne differenzia per il tipo di mozzarella utilizzata, visto che – appunto – predilige quella col latte di Bufala, prodotta nell'agro Aversano (Caserta) e nella Piana del Sele (Salerno) che è più costosa e prodotta secondo un rigido disciplinare poiché con Denominazione d'origine protetta (Dop). La pizza ortolana, invece, è una di quelle della categoria "bianca", ovvero senza passata di pomodoro. Sul disco bianco di pasta ci sono peperoni, zucchine, melanzane, pomodorini (a crudo) e, ovviamente, mozzarella.

Un altro commento critico contro la pizzeria Pellone postato su Facebook.
Un altro commento critico contro la pizzeria Pellone postato su Facebook.

Sui social network il post di Luca sta generando anche numerose discussioni, con varie tesi: c'è chi suggerisce di chiedere prima i prezzi o di guadare il menù al tavolo o il listino prezzi esposto prima di scegliere, c'è invece chi – evidentemente non residente a Napoli, dove i prezzi delle pizzerie sono ancora assolutamente "abbordabili" – non trova nulla da ridire. Al Nord la pizza con bufala, infatti, arriva e supera in molti casi i 10 euro.

La replica della pizzeria Pellone: chiediamo scusa

Su Facebook, lì dove tutto è iniziato, arrivano anche le scuse ufficiali dei titolari della Pizzeria Pellone: "Vogliamo chiedere scusa pubblicamente – si legge – a tutti coloro che si sono sentiti trattare male o che hanno pagato troppo, secondo loro, per ciò che hanno consumato nel nostro locale". Sul costo della pizza i titolari dello storico esercizio di piazza Nazionale, punto di riferimento del quartiere Poggioreale, scrivono: "Cerchiamo di rispettare i clienti, proponendo sempre il meglio, e pensavamo di esserci quasi riusciti insieme ai nostri collaboratori, 20 persone, regolarmente inquadrati e noi tre, ma il meglio è sempre il più caro e noi imperterriti abbiamo rispettato questo principio, ma a volte non tutti riescono a comprendere tutto questo, ma per fortuna la maggior parte si". Infine, uno guardo al passato "Torniamo un po' indietro nel tempo a quando eravamo tre giovanotti con tanta voglia di fare.Erano gli anni 70, guardavamo sbalorditi nostro zio, che da solo portava avanti quest'attività, zì Vicienz, colui che ci ha inculcato la passione per l'acqua e farina, con l'obiettivo di migliorare sempre. Per concludere, un po' di tempo fa prima dell'era dei social avevamo un cartello su cui c'era scritto "Se avete mangiato bene ditelo a tutti, ma se avete mangiato male ditelo a noi" e vorremmo che questo motto fosse quello che farete da domani. Grazie a tutti per i messaggi di stima e grazie ancora a coloro che ci hanno maltrattati".

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