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Pompei, ricostruiti nelle domus gli arredi di duemila anni fa

Nella Fullonica di Stephanus, un’antica lavanderia romana, sono stati riallestiti arredi e suppellettili così come erano stati disposti dai padroni di casa prima dell’eruzione del 79 d.C. Prosegue con il “museo diffuso” l’azione di valorizzazione del sito con la ricollocazione di opere d’arte e oggetti di uso quotidiano all’interno del percorso di visita.
A cura di Ida Artiaco
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Gli scavi archeologici di Pompei si animano di nuova vita, offrendo diverse emozioni alle centinaia di migliaia di turisti che questa estate stanno letteralmente prendendo d'assalto il sito. Dall'1 agosto, infatti, è possibile ammirare gli arredi della cosiddetta Fullonica di Stephanus, un'antica lavanderia romana, così come erano stati disposti dai padroni di casa prima dell'eruzione del Vesuvio del 79 d.C., che distrusse la città alle pendici del vulcano. Si tratta di un più ampio progetto di "museo diffuso", cominciato già lo scorso aprile, che prevede la valorizzazione del sito attraverso la ricollocazione di opere d'arte e oggetti di uso quotidiano all'interno del percorso di visita. Il tutto è stato reso possibile grazie agli studi del team di esperti coordinato dal Professor Massimo Osanna, che è riuscito a individuare il punto esatto in cui si trovavano suppellettili e mobili.

Si può così passeggiare nella cucina romana e nella palestra, che proprio in questo luogo sono state riallestite, dove sono conservati i resti carbonizzati di semi, frutti, ortaggi e cibi come pane e noci. E ancora pentole, piatti e altri contenitori in metallo e ceramica, che sono poggiati sul piano di cottura e appesi alla parete della cucina, risalenti a più di duemila anni fa. La struttura è presentata con il riallestimento degli oggetti con i reperti originali sul modello di quello adottato nel 1916 dall'allora soprintendente Vittorio Spinazzola, quando la Fullonica di Stephanus fu riportata alla luce lungo via dell'Abbondanza, e testimoniato dalla documentazione fotografica d'archivio.

Tutti i reperti sono protetti da una struttura in cristallo temprato da 13,52 millimetri, con particolari accorgimenti di sicurezza nel caso di rottura accidentale, e con un sistema di scarico dei pesi a terra. Il piano di musealizzazione diffusa continuerà anche nelle altre domus più importanti di Pompei come la Villa dei Misteri e le domus del Menandro e del Poeta Tragico.

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