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Porcellana di Capodimonte: la scuola è in pericolo e la Regione fa chiacchiere

L’istituto Caselli, che si trova all’interno del bosco di Capodimonte a Napoli, è un pezzo importante della nostra cultura: si trova nella Real Fabbrica Borbonica ed è l’unico centro in Italia che prepara tecnici specializzati nel settore della ceramica e della porcellana; ma la Regione ha deciso per l’accorpamento con un’altra scuola. E ora? Fa dietrofront, ma solo a voce.
A cura di Gaia Bozza
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L'istituto della porcellana di Capodimonte, esempio unico in Italia di arte e made in Italy, luogo di formazione e di apertura al lavoro da curare e valorizzare, rischia l'accorpamento. Questa è la notizia, ancora, con buona pace dei comunicati della Regione Campania. Che in una nota dell'assessore Miraglia tiene a smentire l'ipotesi "chiusura" ma non parla di ciò che è scritto nero su bianco nella delibera del 9 Gennaio scorso: il termine è mutato, si chiama "accorpamento" con un'altra scuola che fa tutt'altro, in nome della spending review stabilita dal ministero e avallata dagli enti locali. Questo vuol dire progressivo smantellamento, perdita dell'unicità, problemi di gestione, scarsa valorizzazione: all'interno dell'istituto si è creato un vasto movimento di opinione tra i docenti che ha portato a una dura battaglia, appoggiata anche da diversi esponenti politici. Fanpage.it ha raccontato in un videoreportage, passando una giornata con prof e allievi, cos'è che stiamo mortificando.

L'istituto Caselli, che si trova all'interno del bosco di Capodimonte a Napoli, è un pezzo importante della nostra cultura: si trova nella Real Fabbrica Borbonica ed è l'unico centro in Italia che prepara tecnici specializzati nel settore della ceramica e della porcellana. E' nato con una missione specifica: cioè promuovere, studiare e tutelare questa tradizione campana antichissima, famosa in tutto il mondo e tutelata anche da un marchio. Il paradosso è che la tradizione rischia di andare in frantumi con l'accorpamento della scuola, che ha meno di 600 alunni, a un altro istituto, dopo anni di difficoltà e tagli e senza che mai venisse riconosciuto all'istituto lo status di indirizzo raro come è stato per lo Stradivari di Cremona e l'istituto del Mosaico di Ravenna, per salvare la bella tradizione italiana dalla completa distruzione e magari sperare in una valorizzazione di questo benedetto made in Italy di cui tutti parlano. La Regione, adesso, giura di voler intervenire per richiedere al ministero lo status di indirizzo raro.  Sarebbe opportuna, innanzi tutto, una sospensiva della delibera regionale e poi una revoca di questa sciagurata decisione. Perché per ora, nero su bianco c'è scritto ancora questo: accorpamento.

Estratto della delibera regionale del 09/01/2015
Estratto della delibera regionale del 09/01/2015

"In questi giorni – spiega Tonia Fuoco, docente dell'istituto – Siamo stati in mobilitazione continua, dalla manifestazione di domenica scorsa fino agli incontri con i rappresentanti della Municipalità, del Comune e della Regione". E c'è una petizione che sta andando avanti, raccogliendo molte firme. Nel comunicato diffuso dopo un incontro con il dirigente scolastico e il personale, durante questa settimana, l'assessore Miraglia si impegna a non far accorpare l'istituto e annuncia che: "Si è altresì manifestata l'esigenza di dare maggiore impulso alla richiesta del riconoscimento dello status di "indirizzo raro" all'Istituto Caselli al pari dell'Istituto Stradivari di Cremona e di quello del Mosaico di Ravenna, al fine di ottenere i benefici di cui allo status: uscire dal problema del sottodimensionamento, accedere a finanziamenti autonomi e rimodulare il quadro orario con potenziamento delle ore di laboratorio per la ceramica".  A voce, poi, è stato promesso agli insegnanti che entro fine Febbraio si lavorerà a un provvedimento. Ma per salvare questo istituto non bastano le parole e i comunicati. Ci vuole una sospensiva in tempi rapidi e poi una revoca: "Noi siamo già pronti – continua la professoressa –  per formare un Comitato Tecnico Scientifico per avviare una progettazione e aprire uno spiraglio per la valorizzazione di questo istituto, per ottenere così una revoca e finalmente, speriamo, salvarlo con il giusto riconoscimento e la giusta tutela". Anche il Comune e la III Municipalità sono stati sensibilizzati, la giunta e l'assessore Viviana Salzano hanno proposto un documento condiviso da diversi esponenti politici tra i quali il consigliere Acampora, che ha manifestato con i docenti e gli studenti nei giorni scorsi, ma la votazione del documento è stata rinviata.

Mercoledì prossimo ci sarà un nuovo incontro cui parteciperanno anche alcuni politici locali. Intanto, sulla questione è intervenuto l'ex ministro, ora deputato PD Massimo Bray. Sul suo profilo Facebook scrive: "Voglio così unirmi alla speranza che tanti allievi e docenti della scuola, insieme ad artigiani, artisti e cittadini esprimono attraverso la stampa e i social, perché questa eccellenza della formazione mantenga intatta la sua identità. E, con essa, rimanga intatta la vocazione del nostro Paese di credere nel valore della bellezza. L'Istituto Castelli deve continuare la sua missione". Ora la speranza è che si passi dalle parole ai fatti.

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