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“Portatemi al Loreto Mare o vi sparo”, detenuto ai domiciliari minaccia il 118

Un uomo, detenuto agli arresti domiciliari, ha simulato un incidente stradale e ha costretto la postazione del 118 a portarlo al Loreto Mare, dove in realtà doveva sottoporsi a una visita dermatologica con impegnativa del medico di famiglia. La postazione l’ha accompagnato in seguito alle minacce, ma ad attenderlo al Pronto Soccorso c’era la polizia.
A cura di Nico Falco
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Era stato investito per strada e aveva bisogno di essere portato d'urgenza al Pronto Soccorso. Ma, quando la postazione del 118 si è accorta che quella storia non reggeva, e che di quell'incidente stradale non c'era traccia, è passato alle maniere forti: "Portatemi subito al Loreto Mare, l'ambulanza la guido io. Portatemi al Loreto altrimenti vi sparo". E l'ambulanza, in ospedale, alla fine ce lo ha portato: ad attenderlo c'era una pattuglia della Polizia di Stato, che lo ha arrestato.

Il racconto dell'aggressione alla postazione del 118 arriva dall'associazione Nessuno Tocchi Ippocrate, che tiene il conto degli episodi simili: con quello della notte tra il 13 e il 14 agosto il numero è salito a 65 dall'inizio del 2019. L'uomo, spiega l'associazione, era già sottoposto agli arresti domiciliari nella sua abitazione di via Sorrento, a San Giovanni a Teduccio, periferia est di Napoli. Ha chiamato il 118 chiedendo di essere trasportato in ospedale e dicendo di essere stato investito in strada. "In realtà – chiarisce Nessuno Tocchi Ippocrate – voleva essere portato al Loreto Mare in quanto aveva una impegnativa del medico di famiglia per una visita dermatologica da effettuare in quell'ospedale".

La postazione del 118 si è rifiutata di trasportarlo, visto che non c'era necessità e l'investimento era simulato, e a quel punto l'uomo si è barricato nel mezzo di soccorso e ha cominciato a minacciare l'equipaggio. Per evitare conseguenze peggiori l'ambulanza è partita e l'uomo è stato portato nell'ospedale "da lui scelto", ma al Pronto Soccorso c'era una pattuglia della Polizia, allertata dal medico del 118, che dopo la denuncia gli ha stretto le manette ai polsi.

Verdoliva, direttore dell'Asl Na1: "Entro un anno dash cam e body cam sulle ambulanze"

Il direttore dell'Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva, ha commentato l'episodio sottolineando l'importanza di sistemi di videosorveglianza anche all'interno delle ambulanze, in modo da scoraggiare le continue aggressioni. La militarizzazione, spiega, servirebbe soltanto ad aumentare il livello dello scontro.

 "La Asl Napoli 1 Centro – dice Verdoliva – ha impresso un'accelerazione decisiva all'adozione di nuovi sistemi di videosorveglianza a bordo delle ambulanze, ed è solo una questione di tempi tecnici per l'acquisto e il montaggio. Entro il nuovo anno i mezzi saranno equipaggiati per garantire una maggiore sicurezza a chi si impegna per la salute, ma spesso anche per la vita stessa, dei pazienti. Una militarizzazione del servizio non servirebbe a nulla, se non ad innalzare il livello dello scontro. Persone che impugnano le armi per sequestrare ambulanze o che sparano in pronto soccorso, certo non si farebbero scoraggiare.

Com'è successo ieri, la situazione va gestita con estrema professionalità dal personale medico e infermieristico e con il supporto imprescindibile delle forze dell'ordine che, mai, ci fanno mancare il loro prezioso supporto. L'Asl è pronta a costituirsi parte civile in eventuali processi penali e garantire il supporto legale ai dipendenti. Chi attacca un dipendente attacca tutta la squadra e mette a rischio la salute dei cittadini".

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