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Pozzuoli, assolto l’uomo accusato di aver torturato e bruciato il cane Spike

È arrivata la sentenza di assoluzione, per mancanza di prove certe, per l’uomo ritenuto colpevole di aver torturato e dato alla fiamme il cane Spike, morto nel 2014 nel Rione Toiano di Pozzuoli.
A cura di Valerio Papadia
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Il caso del cane Spike, torturato e bruciato vivo nel Rione Toiano di Pozzuoli nel 2014, aveva destato grande scalpore, suscitando l'indignazione della comunità e delle associazioni animaliste che si erano mobilitate per assicurare alla giustizia il colpevole del terribile atto di violenza. Farà presumibilmente discutere, quindi, la sentenza di assoluzione emessa ieri per l'unico imputato, un ragazzo del posto di 25 anni, che avrebbe ucciso Spike perché colpevole di aver tentato di accoppiarsi con la sua cagnetta.

Il processo, cominciato lo scorso aprile, si è concluso con l'assoluzione motivata dal Tribunale di Napoli con una mancanza di prove concrete, "perché il fatto non è stato provato, al di là di ogni dubbio", che indichino il 25enne come l'esecutore materiale dell'orribile delitto. Nel 2014, i carabinieri di Pozzuoli giunsero all'identificazione del presunto colpevole dopo aver individuato una mattonella bruciata nei pressi della sua abitazione e dopo aver ascoltato le testimonianze degli abitanti del Rione Toiano.

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