Pozzuoli, festa col neomelodico per scarcerazione: nipote del boss torna in prigione
Due mesi appena, poi è tornato di nuovo in carcere. Tanto è durata la libertà di Gennaro Cammino, 28 anni, nipote del boss di Pozzuoli Gennaro Longobardi: i carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Pozzuoli lo hanno arrestato in esecuzione di una misura cautelare di aggravamento degli arresti domiciliari emessa dalla Corte di Appello di Napoli. Gli accertamenti sono partiti dopo la festa con fuochi d'artificio che c'era stata davanti alla sua abitazione lo scorso 21 febbraio, organizzata proprio per il suo ritorno a casa: nel cortile si era esibito un neomelodico, erano presenti persone esterne al suo nucleo familiare e lo stesso 28enne aveva partecipato ai festeggiamenti affacciato al balcone di casa.
L'uomo, ritenuto legato a famiglie del clan Longobardi-Beneduce, egemone nell'area flegrea, era stato arrestato insieme ad altre cinque persone nel dicembre 2018, era accusato di estorsione con l'aggravante del metodo mafioso. Aveva lasciato il carcere di Secondigliano dopo 14 mesi di detenzione, gli erano stati concessi gli arresti domiciliari nella sua abitazione di Monterusciello, frazione di Pozzuoli, in provincia di Napoli. Quando è tornato a casa, però, c'era stata la festa. Era sabato 22 febbraio, era stato accolto con fuochi d'artificio e un nemeolodico si era esibito davanti palazzo dove abita, mentre lui assisteva dal balcone insieme alla moglie.
Quello delle feste per la scarcerazione, tutte simili e con lo stesso copione tra fuochi d'artificio e neomelodici, è un fenomeno particolarmente diffuso negli ambienti criminali: per gli investigatori vengono organizzate non solo per dare il bentornato alla persona che ha lasciato il carcere ma soprattutto per dare un segnale nella zona, per mostrare che la persona, spesso finita agli arresti per reati di camorra, è di nuovo sul territorio e che quindi il clan che rappresenta non è stato indebolito dalle forze dell'ordine.