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Pozzuoli, parla Carla Caiazzo: “Lui rideva mentre mi bruciava viva”

La donna, data alle fiamme lo scorso febbraio dal suo ex compagno, ricostruisce i drammatici istanti dell’aggressione.
A cura di Valerio Papadia
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Carla Caiazzo
Carla Caiazzo

Sono agghiaccianti i particolari emersi delle parole di Carla Ilenia Caiazzo, apparsi questa mattina su Repubblica. Il verbale con le dichiarazioni che la donna ha fornito ai pm Clelia Mancuso e Raffaele Falcone lo scorso 31 marzo è stato depositato all'atto del giudizio previsto per il prossimo 24 ottobre. Carla racconta alcuni dettagli di quel giorno. Spiega di non aver visto il fuoco divampare, ma di averlo sentito, soprattutto sui capelli e sul viso. "Quando stavo rinvenendo, lui mi ha detto: Ora vatti a divertire, vai, con una risata perfida che mi è rimasta impressa". E' questa la scena che, insieme a tutto il dolore della drammatica vicenda di cui è stata la sfortunata protagonista, probabilmente accompagnerà Carla per tutta la sua vita. Una risata perfida che, sempre quanto riportato nel verbale, la donna avrebbe visto sul volto del suo carnefice anche mentre questi si allontanava a bordo della sua auto.

Carla Caiazzo, 38 anni, il primo febbraio scorso era stata cosparsa di benzina e data alle fiamme a Pozzuoli dall'ex compagno, Paolo Pietropaolo, mentre era incinta proprio del suo aguzzino. La bambina era stata fatta nascere prematuramente dai medici del Cardarelli, dove la donna era stata ricoverata in condizioni critiche subito dopo l'aggressione, ed è stata proprio lei, secondo Carla, a darle la forza di andare avanti. E' stata sempre la bambina che portava in grembo la preoccupazione della donna anche mentre Pietropaolo la strangolava e poi appiccava il fuoco. I due si conoscevano sin da bambini e dopo un rapporto altalenante durato più di vent'anni, avevano deciso di avere un figlio. Carla, che più volte scoppia in lacrime, racconta che il giorno dell'aggressione si erano visti proprio perché lui voleva consegnarle dei regali per la nascitura. La donna ribadisce anche di non aver provocato in nessun modo l'uomo, il cui comportamento inizialmente era normale, quasi dolce, prima di esplodere e di arrivare al triste epilogo.

Intanto, stando a quanto riportato nell'ultimo verbale registrato il 12 maggio, anche Paolo Pietropaolo avrebbe pianto durante l'interrogatorio. L'uomo avrebbe ribadito agli inquirenti la di aver agito sotto l'influenza di un potente tranquillante e la volontà di non voler uccidere Carla, ma solo di volerla sfregiare, adducendo come motivazione quella di sentirsi usato dalla donna, la quale avrebbe avuto un'altra relazione e non gli avrebbe consentito di assisterla durante la gravidanza. Il suo avvocato, Gennaro Razzino, ha nel frattempo depositato una perizia nella quale si dichiara una "scemata capacità di intendere e di volere". Pietropaolo, il 24 ottobre, dovrà rispondere dell'accusa di tentato omicidio e stalking.

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