video suggerito
video suggerito

Pozzuoli, sesso e droga nella necropoli romana

La necropoli di Via Celle, da tempo chiusa al pubblico e preda del degrado e dell’incuria, è ora appannaggio dei tossicodipendenti, che l’hanno scelta come rifugio per consumare droga e rapporti sessuali.
A cura di Valerio Papadia
278 CONDIVISIONI
La necropoli di via Celle vista dalla strada
La necropoli di via Celle vista dalla strada

Ennesimo episodio che testimonia l'immane scempio a cui è sottoposto il ricchissimo patrimonio archeologico e culturale di Pozzuoli. La necropoli romana di Via Celle, databile tra il primo e il secondo secolo dopo Cristo, che sorge lungo il tratto dell'antica via Consularis Puteolis-Capuam che interseca la via Puteolis-Neapolim è completamente abbandonata e lasciata all'incuria. Da tempo immemore chiusa al pubblico, adesso l'antica "città dei morti" sarebbe diventata la dimora di numerosi ragazzi tossicodipendenti che di notte scavalcano le inferriate e si appropriano del sito archeologico. Sarebbe all'interno dell'area sepolcrale suddivisa in 14 mausolei funerari che i ragazzi si rifugiano per iniettarsi l'eroina o per sniffare e fumare il cobret, considerata una sorta di "eroina dei poveri". Una volta consumata la droga, i ragazzi utilizzano i mausolei anche per avere rapporti sessuali.

Da settimane gli abitanti della zona, che la notte notano un insolito viavai all'esterno del sito archeologico, segnalano il problema alle autorità. Il degrado è infatti ben visibile anche dalla strada che costeggia il muro che delimita la necropoli. Si possono notare infatti le siringhe usate per iniettarsi l'eroina, le cannucce usate per inalare il cobret e i preservativi gettati lì dopo i rapporti sessuali, ma anche immondizia di vario genere e le consuete erbacce, che hanno ormai invaso il sito.

La necropoli di Via Celle non è l'unico sito archeologico flegreo a vivere nel degrado e nell'incuria. Anche le necropoli di San Vito in via Campana e quella di via Antignana sono invase dalla sterpaglia e dalla sporcizia. La targa di denominazione dell'Arco Felice Vecchio, la cui volta è perennemente protetta dalle reti per evitare il distacco dei calcinacci, viene usata invece come bersaglio di un improvvisato quanto pericoloso poligono di tiro ma la lista, purtroppo, potrebbe essere ancora più lunga.

278 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views