Alle primarie del Pd di Napoli non è successo niente. Non ci sono stati personaggi col borsellino in mano pronti a elargire l'euro necessario al voto; non sono mai esistiti quelli che indicavano (imponevano) di votare «A questa… Valeria». Non si sono mai presentati ex fedelissimi di Nicola Cosentino ora folgorati sulla via del renzismo in salsa partenopea. Niente, non c'è stato niente di tutto questo. Le video inchieste di Fanpage.it dai seggi delle primarie del 6 marzo scorso a Napoli sono state incassate dal Partito Democratico di Napoli come farebbe un buon pugile scafato che ha appena subito un gancio.
Un pugile che però è alle corde. E finirà al tappeto il prossimo 5 giugno quando si apriranno le urne e quel pizzico di elettorato non cammellato, quel pugno di elettori napoletani che valutano storie, fatti e programmi che ancora votano il Pd, quando si troverà davanti alla scheda nel seggio si vedrà passare avanti come un filmetto dell'orrore personaggi in cerca d'autore ("personaggetti" per dirla col forbito lessico del capintesta del Pd campano, Vincenzo De Luca e pur detestando Luigi De Magistris non riuscirà ad apporre la sua X sul simbolo del partito di Matteo Renzi, men che meno sulla sua candidata Valeria Valente.
Historia magistra vitae? Macché il Partito Democratico a Napoli è stato capace, cinque anni dopo, di portare in scena un pasticciaccio brutto peggiore di quello del 2011. Dai cinesi in fila ai personaggetti al seggio col borsellino carico di monete, senza soluzione di continuità. E su questo, quando si è trattato di sanzionare, il Partito di Renzi ha passato un colpo di spugna: non è successo niente. Antonio Borriello, l'uomo degli spiccoli ai seggi, il signore dei consensi di San Giovanni a Teduccio, sarà candidato con posto d'onore nella lista Pd che sostiene la Valente. Ha fatto tutto da solo, il Pd. Ha distrutto una giornata di democrazia non controllando ciò che accadeva ai seggi, è andato in crisi quando il giornalismo non si è fermato allo storytelling ma è andato a fondo, s'è indignato e sdegnato e poi si è auto assolto. Ma non ci si può perdonare da soli. Agli elettori napoletani del Pd nessuno ha chiesto perdono. E – questa è la sensazione – la gente non ha né dimenticato né perdonato.