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Processo Bagnolifutura, per i pm “truffa e disastro ambientale”: chieste otto condanne

Per il pubblico ministero Stefania Buda, che oggi ha tenuto la requisitoria finale davanti alla sesta sezione del Tribunale di Napoli, gli imputati sono responsabili di truffa e disastro ambientale. Chiesta la condanna dell’ex direttore tecnico di Bagnolifutura Caligiuri e per l’ex vicesindaco Santangelo.
A cura di Enrico Tata
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Sei richieste di assoluzione e otto di condanna. Queste le richieste del pm Stefania Buda per il processo sulla mancata bonifica dell'area di Bagnoli e dell'ex acciaieria Italsider. Per il pubblico ministero, che oggi ha tenuto la requisitoria finale davanti alla sesta sezione del Tribunale di Napoli, gli imputati sono responsabili di truffa e disastro ambientale. Questo perché, ha sottolineato Buda, le aree industriali che dovevano essere bonificate sono ancora più inquinate e pericolose per la salute dei cittadini.

Processo per la bonifica di Bagnoli, le richieste dei pm

La procura di Napoli ha chiesto la condanna più alta, otto anni di carcere, per Gianfranco Caligiuri, ex direttore tecnico di Bagnoli futura,  la società che fino al 2014 ha gestito il progetto bonifica e riqualifica dell'area di Bagnoli. Chiesti inoltre sei anni per Gianfranco Mascazzini, ex direttore generale del Ministero dell'Ambiente, cinque anni e mezzo Sabatino Santangelo, ex vicesindaco di Napoli nella giunta guidata da Rosa Russo Jervolino, quattro anni e mezzo per Mario Hubler, ex direttore generale di Bagnoli Futura. I pm hanno poi formulato una richiesta di assoluzione per il successore di Santangelo, l'ex vicesindaco di Napoli, Rocco Papa e per l'altro ex direttore generale di Bagnolifutura, Carlo Borgomeo. Richiesta di assoluzione anche per tecnici e responsabili di laboratorio: Daniela Cavaliere, Gaetano Cortellessa, Federica Caligiuri e Antonio Ambretti. I giudici probabilmente emetteranno la loro sentenza entro dicembre.

"Sono richieste coerenti con l'impostazione dell'accusa e con una requisitoria che ha confermato la presenza del disastro. Da notare che il pm ha richiesto una condanna anche per disastro legato alla colmata. Bene fece il sindaco a ordinare a Fintecna nel 2013 la messa in sicurezza dei luoghi", è stato il commento dell'avvocato Fabio Ferrari, rappresentante del Comune di Napoli, che si è costituito parte civile.

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