Processo Davide Bifolco, colpo di scena: caso riaperto
Non ci sarà, almeno per ora, la sentenza sulla morte di Davide Bifolco: al processo per la morte del ragazzo ucciso al rione Traiano di Napoli da un carabiniere il 5 settembre del 2014, il gup Ludovica Mancini ha accolto la richiesta del legale di parte civile Fabio Anselmo e ha disposto un supplemento di istruttoria, riguardante le testimonianze e gli accertamenti balistici sui quali, secondo Anselmo, ci sono troppi lati oscuri. Dunque il procedimento è stato rinviato al 19 novembre. La decisione rappresenta un colpo di scena per un processo che stava via via scivolando verso la sentenza: a luglio il pm Manuela Persico, titolare delle indagini insieme a Nunzio Fragliasso, aveva chiesto una condanna per il carabiniere a 3 anni e 6 mesi di reclusione, con il riconoscimento delle attenuanti generiche; la pena era diminuita di un terzo, poiché il militare aveva scelto il rito abbreviato. Ma le obiezioni poste dalla difesa della famiglia Bifolco hanno determinato il colpo di scena: applausi e lacrime, da amici e parenti di Bifolco, una volta appreso della decisione.
Bifolco, i lati oscuri dell'inchiesta
Come ha ricostruito Fanpage.it, molti sono gli elementi poco chiari nel processo Bifolco: leggendo gli atti, il nostro giornale ha rilevato numerose contraddizioni nella versione offerta dall'imputato e dai suoi colleghi agli inquirenti. Le loro versioni dei fatti sono piuttosto divergenti tra loro, e a loro volta sono in palese contraddizione con le registrazioni delle loro conversazioni quella notte, che il legale della famiglia Bifolco ha fatto acquisire. I militari, in pratica, si smentiscono da soli poiché nelle conversazioni descrivono una dinamica, agli inquirenti ne raccontano un'altra. I media hanno trattato spesso il caso Bifolco ponendo l'accento sul contesto nel quale viveva il giovane, piuttosto che su quanto accaduto. Per questo, i familiari e gli amici di Davide hanno spesso parlato di "pregiudizi". Il legale della famiglia, prima della sentenza, ha scritto al nostro giornale una accorata lettera sulla vicenda.
Omicidio Bifolco, le tappe del processo
Il 19 novembre sarà ascoltato in aula il perito balistico della Procura e successivamente, l'11 dicembre, saranno interrogati i due carabinieri in servizio con l'imputato la sera del 5 settembre. La parte civile ritiene che la morte del ragazzo si inscriva nell'ambito dell'omicidio volontario e non di quello colposo. Il giudice dell'udienza preliminarea ha dunque accolto la sua richiesta di nuovi approfondimenti sostenendo di non poter decidere allo stato degli atti. "Mio figlio era un ragazzino e non un camorrista" ha ribadito Flora, la mamma del giovane. Una tesi che, al contrario, non convince affatto l'avvocato Salvatore Pane, difensore del militare imputato: "Tutti gli accertamenti, qualsiasi prova portata in aula, qualunque testimonianza porterà sempre allo stesso risultato: quell'omicidio è di natura colposa".