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Processo Materazzo, Luca chiede di parlare con i pm: “Ma temo per la mia incolumità”

Il giovane è accusato dell’omicidio del fratello Vittorio, l’ingegnere ucciso la sera del 28 novembre del 2016, accoltellato a morte sotto la sua abitazione. “Ccon mio fratello ho avuto tanti contrasti, ma non sono stato io ad aggredirlo”. Poi aggiunge: “Potrei dire molto, ma vorrei essere tutelato”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Luca Materazzo vuole parlare con i pm in separata sede. L'uomo, accusato dell'omicidio del fratello Vittorio, ha chiesto in aula di rendere dichiarazione spontanee, perché "si tratta della mia vita". L'uomo ha anche spiegato di avere degli elementi utili alle indagini, ma che vorrebbe riferirle in forma privata ai pm perché teme per la propria incolumità.

Ancora una volta, Luca Materazzo ha spiegato che "con mio fratello ho avuto tanti contrasti, ma non sono stato io ad aggredirlo". Proprio perché temeva per la sua incolumità, era stato per un breve tempo latitante, fuggendo da Napoli. "Vorrei confrontarmi con i pubblici ministeri in privata sede per tutelare la mia persona", ha ribadito Luca Materazzo, "Ritengo di poter dare un enorme contributo alla ricostruzione dei fatti per inquadrarli correttamente. Mancano ancora molti tasselli e io potrei dire molto, ma vorrei essere tutelato".

Al momentoi, Luca Materazzo resta l'unica persona accusata dell'omicidio premeditato del fratello Vittorio, l'ingegnere ucciso la sera del 28 novembre del 2016, accoltellato a morte sotto la sua abitazione in viale Maria Cristina di Savoia, a Napoli. La Procura partenopea, secondo la quale Luca avrebbe ucciso suo fratello per motivi economici, legati alla gestione del patrimonio familiare e dell'eredità dei genitori, aveva già trasmesso tempo fa alla Corte d'Assise la lista delle persone che testimonieranno contro Luca al processo: si tratta di venticinque persone, perlopiù esponenti delle forze dell'ordine, ma anche parenti e amici, sia della vittima che dell'imputato.

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