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Il suicidio di Tiziana Cantone

Processo Tiziana Cantone, Roberta Bruzzone ora consulente del caso

Roberta Bruzzone consulente del caso Tiziana Cantone. La nota criminologa si è unita al team dei difensori di Maria Teresa Giglio, la mamma della ragazza morta suicida nel 2016 e parte civile al processo a carico di Sergio di Palo, ex della ragazza. Alla vigilia della seconda udienza del processo, che si terrà domani al Tribunale di Napoli, una petizione cerca di fermare la diffusione, sul sito Pornhub, dei video che hanno portato Tiziana al suicidio.
A cura di Angela Marino
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Il suicidio di Tiziana Cantone

Seconda udienza del processo Tiziana Cantone. Domani, 12 febbraio 2019, al tribunale di Napoli verranno ascoltati quattro testimoni del drammatico caso della ragazza suicida per dei video privati. Al banco dei testimoni nella prima vera udienza dopo quella di apertura, ci saranno Giuseppe Giglio, lo zio della ragazza e la sua compagna, Maria Ieluzzo, colei che nel 2016 rinvenne il corpo senza vita di Tiziana nella cantinetta della villa di famiglia a Mugnano. Al banco degli imputati, invece, siederà l'allora fidanzato della ragazza, l'imprenditore afragolese Sergio di Palo, che sarà chiamato a rispondere dei reati di accesso abusivo al sistema informatico, simulazione di reato e calunnia, quest'ultima, in concorso con Tiziana.

Una petizione per fermare i video

La vera novità del caso, tuttavia è la collaborazione di Roberta Bruzzone. La nota criminologa è stata nominata consulente da Maria Teresa Giglio, la madre di Tiziana Cantone, parte civile per alcuni reati al processo a carico del Di Palo. New entry anche l'avvocato Serena Gasperini, alla quale ha passato il testimone il precedente avvocato, Salvatore Frattallone. E mentre in rete ancora resistono, irriducibili, i video privati che hanno spinto Tiziana a togliersi la vita, sua madre Teresa ha avviato una raccolta fondi per fermare la divulgazione di quelle immagini che hanno segnato il destino di Tiziana. La petizione, presente online su Change Org, riguarda la diffusione dei video sul sito ‘Pornhub'. "Non è stata lei a diffonderli, Tiziana non lo avrebbe mai voluto – dice mamma Teresa – aiutatemi a sensibilizzare l'opinione pubblica affinché nessun'altra giovane donna debba subire quello che ha subito mia figlia".

Il caso Cantone

Tiziana si è impiccata nella casa di famiglia dopo 17 mesi di gogna virtuale. Dopo la diffusione di alcuni video privati che la ritraevano in compagnia maschile, la ragazza era finita nel calderone della cronaca quando i giornali avevano pubblicato il suo nome, associato alla falsa notizia di un'operazione pubblicitaria per il suo lancio come pornostar. L'esposizione mediatica, unita alle offese e allo scherno seguiti, hanno sprofondato Tiziana nella condizione di depressione che l'ha portata al suicidio.

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