Il professore, sottoposto ai domiciliari, attraverso il suo legale continua a negare: non sa nulla di quei messaggi, non ha intrattenuto nessuna relazione sessuale con le due studentesse, all'epoca dei fatti 15enni, e crede che possa essere uno scherzo tiratogli da qualche studente che potrebbe avere approfittato del tablet lasciato incustodito in classe. Mentre prosegue il lavoro delle forze dell'ordine, che sulla base proprio di quei messaggi hanno avviato le indagini ed emesso la misura cautelare ai domiciliari, allo storico liceo Giambattista Vico di Napoli nessuno vuole parlare. Da ieri i cancelli del liceo di via Salvator Rosa sono chiusi e da stamattina c'è anche una guardia giurata a controllare chi entra nella scuola, facendo passare soltanto il personale e i docenti che devono frequentare il corso che si sta svolgendo nella struttura.
La questione tra i corridoi era già nota, e una ventina di giorni fa l'Ufficio Scolastico Regionale della Campania, guidato da Luisa Franzese, aveva avviato le indagini interne inviando gli ispettori. L'insegnante, che all'epoca lavorava nel liceo, aveva già fornito la sua versione alla dirigente scolastica e in sua difesa si erano schierati anche gli altri studenti, i genitori dei ragazzi e i colleghi. La denuncia sarebbe stata sporta dal padre di una delle due studentesse, che avrebbe letto i messaggi con chiari riferimenti sessuali e si sarebbe rivolto ai carabinieri; sulla faccenda, vista l'età delle presunte vittime e le circostanze degli abusi, vige il più stretto riserbo da parte degli investigatori e degli inquirenti.
L'indagine è coordinata dal pool "fasce deboli" della Procura di Napoli, coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, l'accusa è di violenza sessuale perché, malgrado nella ricostruzione su cui stanno lavorando gli inquirenti non ci siano evidenze di comportamenti ricattatori o forzature e anzi si tratterebbe di rapporti consensuali, il reato si configura in quanto il consenso non sarebbe valido per via dell'età delle ragazze e del ruolo ricoperto dall'indagato.