Prugne e albicocche coltivate nella Terra dei fuochi: scatta il sequestro a Caivano e Giugliano
Prugne ed albicocche, ma anche frumento, coltivati in piena Terra dei Fuochi: è la scoperta dei carabinieri forestali di Napoli e Pozzuoli, che hanno sequestrato un terreno di 4 ettari a Caivano ed un altro di 3 ettari a Giugliano, nell'hinterland partenopeo. Dalle analisi svolte, infatti, era stato individuato un inquinamento superiore a quello disciplinato dalle leggi. Nel dettaglio, le analisi svolte da Arpac ed Asl avevano già interdetto i due terreni, proprio perché suolo, acque e prodotti agricoli risultavano contaminati. E nonostante questa interdizione, la coltivazione era proseguita ugualmente.
E così quest'oggi è scattato il sequestro dei due terreni, per il reato di inosservanza di un provvedimento imposto dall'Autorità Amministrativa. I prodotti di quei due terreni, infatti, erano potenzialmente dannosi per la salute umana, ma venivano comunque commercializzati. I campioni di terreno erano stati analizzati da esperti che provengono dall’Agenzia Regionale Per l’Ambiente Campania (ARPAC), dall’Istituto Superiore Per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA), dal Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (CRA), dall’Istituito Superiore della Sanità (ISS), dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Abruzzo, Molise e Mezzogiorno (IZSAM) e dall’Università degli studi di Napoli Federico II. E i risultati appaiono inequivocabili: tutti superano il limite di inquinamento previsto dalla legge numero 6 del 6 febbraio 2014, la cosiddetta "Legge sulla Terra dei Fuochi".