Quando Nettie Stevens lavorò a Napoli nella Stazione Dohrn
La città di Napoli occupa un posto di riguardo nella storia della ricerca scientifica. Il motivo è presto detto: proprio nel capoluogo partenopeo è stata consolidata una delle teorie più rivoluzionarie di tutti i tempi nel campo delle genetica grazie a Nettie Stevens, una delle più grandi scienziate di sempre, di cui si celebra il 7 luglio 2016 l'anniversario della nascita. Nata, infatti, nel 1861 a Cavendish, nello stato americano del Vermont, a lei si deve la teoria cromosomica alla base della determinazione del genere sessuale degli essere viventi. La sua fama è diffusa in tutto il mondo, tanto che Google per ricordarla nel giorno del suo 155esimo compleanno, ha deciso di dedicarle un doodle personalizzato. Quello che però in pochi in sanno è che la genetista statunitense deve molto proprio a Napoli, dove ha vissuto tra il 1901 e il 1902, consolidando i suoi studi di allora.
Dopo la laurea conseguita in fisiologia e istologia all'Università di Stanford, in California, e dopo aver cominciato le sue analisi sulle cellule al Bryn Mawr College, vicino Philadelphia, la Stevens si trasferì nella città partenopea, dove si dedicò in particolare all'analisi degli organismi marini presso la Stazione Zoologica, fondata nel 1872 dal naturalista e zoologo tedesco Anton Dohrn.
L'importanza della Stazione Zoologica di Napoli
Già all'inizio del Novecento questo luogo, immerso nel quartiere di Chiaia e all'interno della Villa comunale della città all'ombra del Vesuvio, era considerato una vera e propria istituzione del settore scientifico. L'importanza della Stazione Zoologica di Napoli deriva da una serie di primati che ad essa sono attributi. In primo luogo, comprende un acquario che è il più antico d'Italia in assoluto e il secondo più antico d'Europa. Inoltre, è stata la prima istituzione di derivazione non borbonica nella città partenopea, fondata dal tedesco Anton Dohrn per la ricchezza faunistica del Golfo che avrebbe permesso uno studio più approfondito nel settore delle scienze con un focus sugli organismi marini. Non dovrebbe essere una sorpresa, dunque, il fatto che all'inizio del secolo alcuni dei più grandi scienziati d'Oltreoceano scegliessero proprio questo luogo per approfondire le loro analisi. E' proprio qui che Nettie Stevens cominciò a raccogliere il materiale necessario per la sua rivoluzionaria scoperta del cromosoma Y. Era stato il suo mentore Thomas Hunt Morgan a consigliarle di recarsi in Campania per perfezionare la sua ricerca, memore dell'esperienza positiva che lui stesso ebbe qualche anno prima.
Che cos'è la teoria sui cromosomi sessuali?
Nettie Stevens, studiando il comportamento delle larve da farina, ha scoperto come sia la combinazione tra il cromosoma X e il cromosoma Y il vero responsabile della determinazione del genere sessuale e delle fattezze fisiche di ciascun essere umano. In particolare, Stevens notò che nei maschi vi era un cromosoma più piccolo, per l'appunto quello Y. I cromosomi, infatti, non sono altro che delle strutture contenute nel nucleo delle cellule e nelle quali è organizzato il materiale genetico di ciascuno. Uomini e donne possiedono 22 coppie di cromosomi identici tra loro, ma dalla combinazione dell'ultima, la 23esima, deriva il sesso delle persone. Tuttavia, la morte prematura della Stevens, avvenuta nel 1912 quando aveva soli 50 anni a causa di tumore al seno, non le ha permesso di portare a termine la sua ricerca, che fu terminata da Thomas Hunt Morgan. Questi ricevette nel 1933 il premio Nobel per i suoi studi sulla genetica.