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“Quel Caravaggio non si sposta”: il ministero “azzoppa” la mostra a Capodimonte

La mostra su Caravaggio che inizierà ad aprile al Museo di Capodimonte subisce un brusco stop dalla relazione degli esperti del Mibac che consigliano di non spostare le “Sette opere di misericordia” di Caravaggio dal Pio Monte di Misericordia di Napoli, dove è conservato, al museo partenopeo che ospiterà l’esposizione caravaggesca.
A cura di Redazione Cultura
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Non c'è pace sotto quel Caravaggio. Il Mibac ha deciso che il dipinto le "Sette Opere di Misericordia" di Michelangelo Merisi da Caravaggio non potrà spostarsi dal Pio Monte di Misericordia per prendere parte alla mostra che ad aprile si andrà a inaugurare al Museo di Capodimonte di Napoli, che inizialmente prevedeva l’esposizione dell'opera conservata proprio al Pio Monte della Misericordia. Una mostra che adesso rischia di essere gravemente azzoppata da questo stop. Già qualche settimana fa la polemica era stata aperta dall’ex sovrintendente e direttore di Capodimonte, Nicola Spinosa, che criticava la scelta di quello spostamento, a cui era seguito un acceso dibattito in cui si era inserito il soprintendente del Pio Monte di Misericordia, Alessandro Pasca di Magliano, che aveva difeso la scelta di muovere l'opera perché:

i rischi ai quali l’opera verrebbe esposta al solo fine di essere trasferita presso un’istituzione culturale che si trova a poco più di due chilometri dalla chiesa nella quale essa è (ben) conservata, sconsigliano di autorizzare i prestito.

Secondo il Mibac l'opera non può essere spostata e andare al Museo di in mostra per un vincolo pertinenziale contenuto nello statuto del Pio Monte di Misericordia, che secondo il ministero ha e aveva lo scopo di rendere inscindibile il legame tra opera e luogo dove è collocata e dove deve essere conservato per sempre:

Già nel 1613 i governatori del Pio Monte in considerazione della perfettione artistica del capolavoro caravaggesco, stabilirono che esso non potesse essere alienato per nissuno prezzo e che sempre si debba ritenere nella detta chiesa . Nello stesso giorno (27 agosto 1613) i governatori autorizzarono che il conte di Villamediana, che ne aveva fatto richiesta, potesse far realizzare una copia dell’opera a condizione che detto quadro non si possa ammovere da detto altare.

Per sciogliere la questione il Mibac ha inviato due studiosi a fare un sopralluogo, che hanno accertato come "l’opera si trovi in buono stato di conservazione anche grazie alla continuità del suo mantenimento in loco". Spostarlo, conclude la nota ministeriale, sarebbe un’operazione che metterebbe a rischio il quadro. Il consiglio del ministero, che certamente non farà piacere al direttore del Museo di Capodimonte e co-curatore della mostra, Sylvain Bellenger, è quello di “includere la chiesa del Pio Monte nel percorso espositivo, che non sarebbe una diminutio ma un valore aggiunto".

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