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Quella volta che Carlo Verdone incontrò Massimo Troisi in vacanza

L’attore e regista Carlo Verdone ha raccontato su Facebook un altro degli aneddoti che lo lega all’indimenticabile Massimo Troisi: subito prima di girare “Troppo Forte”, durante una vacanza in Costa D’Avorio, arrivato in spiaggia, ci trovò l’attore napoletano, abbronzato e steso al sole, che era lì da un mese e non voleva saperne di rientrare a Roma.
A cura di Nico Falco
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"Roma. Casa di Sergio Leone. Era maggio e stavamo correggendo il copione di "Troppo Forte". Dopo una settimana ci regalammo un viaggio in Costa d'Avorio per una settimana, al rientro avrei iniziato la preparazione del film". Comincia così l'aneddoto che ha raccontato su Facebook l'attore e regista Carlo Verdone, che ancora una volta ha ricordato la sua grande amicizia col mai dimenticato Massimo Troisi. L'aneddoto risale all'estate del 1985, quando fu appunto girato "Troppo Forte", che andò nelle sale nel 1986.

"Quando arrivammo in quella bella spiaggia africana, nel villaggio Les Paletuviers – continua Verdone – ci prese un colpo: Massimo Troisi, bello abbronzato e sorridente era lì da un mese e non voleva rientrare a Roma. Rimorchiava quello che voleva. Arrivò pure Giuliano Gemma con le figlie. Fu una bella vacanza. Ho dei bei ricordi. Ma anche il dolore che quei tre amici non ci sono più. Ma li ho nel cuore. E da lì non se ne vanno".

Tra i due, che si erano conosciuti ai tempi di "Non stop", la trasmissione che consacrò anche il trio La Smorfia, c'era stato un forte legame, sempre fuori dal set in quanto non avevamo mai lavorato insieme. E l'attore napoletano è al centro anche di numerosi aneddoti che di tanto in tanto Verdone snocciola da abile narratore.

Tra quelli più celebri, lo scherzo della segretaria telefonica. I telefonini ancora non esistevano, quindi l'unico modo per lasciare un messaggio era appunto la segreteria telefonica. Verdone aspettava una telefonata importante, e Troisi l'aveva saputo, così come sapeva che il collega non sarebbe stato in casa. Così gli telefonò e stette per mezz'ora al telefono, a parlare col nastro, fino a quando non lo scaricò. Una sequela di "Carlo… e ja, Carlo… rispunne, lo so che staje là" con variazione di toni e sfumature che Verdone, ricordando quell'aneddoto, lo ha definito "da altissimo teatro. Una lezione di recitazione".

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