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Raid armato contro il clan Mazzarella, ordinanza per Ciro Contini e due complici

La Squadra Mobile di Napoli ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare per tre persone, accusate a vario titolo di aver fatto parte di un raid contro il clan Mazzarelle e di aver custodito le armi, riconducibili al clan Contini. Tra i destinatari c’è anche il nipote del super boss Eduardo: Ciro Contini sarebbe stato nel commando di fuoco.
A cura di Nico Falco
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[Foto di repertorio]
[Foto di repertorio]

Per gli investigatori sono coinvolti in un raid armato contro il clan Mazzarella, in una "stesa" per dimostrare la propria presenza e potenza di fuoco sul territorio. Ciro Contini, 31 anni, Stefano Mattarello, 25 anni, e Giuseppe Sarnataro, 44 anni, sono stati individuati dalle indagini della Squadra Mobile della Questura di Napoli, che questa mattina, 17 aprile, ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli nell'ambito di una inchiesta che riguarda il clan Mazzarella, il clan Sibillo, con alle spalle i Contini, e gli scontri a colpi di pallottole che hanno caratterizzato i loro contrasti. L'ordinanza arriva da ulteriori indagine, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia, scaturite dopo l'arresto di Vincenzo De Vivo, Michele di Mauro e Stefano Mattarello, che erano stati trovati in possesso di varie armi che erano risultate essere quelle utilizzate per un raid contro affiliati del clan Mazzarella. I poliziotti avevano perquisito il garage di Mattarello, individuato come rifugio del resto del commando che si era dileguato:  avevano trovato due ordigni esplosivi e per il 25enne era scattato l'arresto. Il passo avanti è arrivato con le intercettazioni dei colloqui in carcere e con l'analisi delle immagini del sistema di videosorveglianza del garage: gli investigatori ritengono che quelle armi fossero custodite per conto del clan Contini e che fossero riconducibili anche a Ciro Contini, attualmente detenuto con l'accusa di avere militato tra le fila del clan Sibillo.O Nirone, nipote del super boss Eduardo Contini, per gli inquirenti aveva preso parte alla sparatoria. Dai colloqui in carcere è emerso il coinvolgimento di Giuseppe Sarnataro, zio di Matterello, anche lui risultato coinvolto nella detenzione delle armi.

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