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Raid contro la caserma dei Carabinieri, la vendetta del boss a cui hanno tolto i figli

La raffica di colpi sparati contro la caserma dei carabinieri di Secondigliano sarebbe una vendetta del giovanissimo boss della Vanella Grassi cui poche ore i militari avevano portato via i figli. Il capoclan è latitante da tre anni.
A cura di An. Mar.
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Dietro il raid alla Caserma dei Carabinieri di Secondigliano ci sarebbe la vendetta del giovanissimo boss latitante del gruppo Vanella Grassi. È questa l'ipotesi al vaglio degli inquirenti che hanno ricostruito quanto avvenuto nelle ore precedenti alla spedizione contro i militari, riannodando le fila di alcuni fatti. Poche ore prima che 10 colpi di kalashnikov venissero scaricati contro la parete di ingresso della Caserma, un fucile dello stesso tipo è stato rinvenuto nel vano di un ascensore dalle forze dell'ordine.

Nel quartiere della periferia nord, intanto, si preparava qualcosa: venivano raccolte armi che questa volta non sarebbero state usate contro un gruppo rivale ma contro lo Stato. Quello stesso Stato che aveva  tolto i figli al giovanissimo boss dei Girati della Vanella Grassi. Il capoclan latitante e 24enne sarebbe venuto a conoscenza del fatto che i suoi due bimbi erano stati portati in istituto e avrebbe cominciato a pianificare la vendetta. I piccoli sono stati sottratti alla madre per proteggere la loro incolumità.

Il giovane sarebbe a capo del gruppo derivato da una costola del clan Amato-Pagano, quello che ha il suo fortino in via Vanella Grassi, nel rione Terzo Mondo, è latitante da tre anni per associazione camorristica e omicidio. Il ragazzo ha avuto due figli durante la latitanza, di  I bambini, uno anno e dieci mesi. Suo fratello invece, è un collaboratore di giustizia.

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