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Rapinata a Napoli, De Magistris scrive ad Angela Turner: “Torni a Napoli”

Il sindaco Luigi de Magistris ha risposto così ad Angela Turner che attraverso Fanpage.it gli aveva inviato una lettera per raccontare il tentativo di scippo che aveva subito in Via Marina.
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Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris ha risposto così ad Angela Turner che attraverso una lettera aperta pubblicata da Fanpage.it gli aveva raccontato il tentativo di rapina dell'orologio, un prezioso Patek Philippe che aveva subìto in Via Marina, appena giunta nel capoluogo partenopeo a bordo di un'auto Porsche decappottabile.

Cara Angela,

ho letto la sua lettera che mi ha indirizzato sulla stampa e voglio anzitutto dirle, al di là di ogni formula retorica, che sono profondamente dispiaciuto per l’esperienza che le è capitata. Come rappresentante della comunità cittadina, prima di qualsiasi altra considerazione non posso che chiederle scusa a nome della città di Napoli. Sono personalmente molto amareggiato ogni volta che la nostra proverbiale ospitalità viene tradita da episodi come quello che lei mi ha descritto, e le esprimo tutta la mia personale solidarietà, sia come sindaco sia come cittadino.
Nella sua lettera lei mi sollecita su una questione essenziale, quella della buona accoglienza e del diritto alla sicurezza; mi permetta allora di offrirle il mio punto di vista. Innanzitutto come le è ben noto la competenza in tema di sicurezza non è certamente una responsabilità del Sindaco e dell’Amministrazione comunale. Poi lei mi suggerisce il confronto con New York, altra grande metropoli che nella sua storia ha dovuto affrontare a più ondate l’emergenza criminale; e mi propone il modello di Rudolph Giuliani con la sua “tolleranza zero”. Non entro nello specifico di questa proposta; anche se mi domando quanto quel tipo di politica super-repressiva, che punisce anche i graffitari e i lavavetri, possa davvero risolvere le questioni di una comunità complessa, dove il reato è spesso collegato al bisogno, al disagio, all’emarginazione. Ma considero prioritaria e indiscutibile la sua indicazione di ospite della città che, ritornando a Napoli, vorrebbe trovare una città più sicura, dove la vigilanza e il controllo del crimine da parte delle forze dell’ordine possano permeare il tessuto cittadino.

Il problema della microcriminalità a Napoli esiste, come esiste in gran parte delle metropoli del pianeta: esso va compreso e affrontato scientificamente, tenuto sotto controllo, combattuto negli effetti e curato nelle cause.
Ma per aumentare il senso di sicurezza di chi vive la città, dai nostri concittadini ai milioni di turisti che in questi anni l'hanno affollata, vissuta ed amata, c’è una sola cosa da fare: incrementare il presidio delle forze dell’ordine sul territorio. Ora, mi creda: sono cinque anni che da Napoli chiediamo al Governo di avere più forze dell’ordine in città, che pure – va detto – fanno un lavoro egregio in condizioni difficili per carenze strutturali e di risorse umane.

C’è un aspetto su cui come ente locale possiamo e dobbiamo agire: la prevenzione. I risultati saranno di lunga durata, si deve lavorare sulle generazioni, sui giovani, sulla devianza potenziale. E su questo aspetto mi permetta di dire che facciamo – e continueremo a fare – un lavoro a testa bassa, che non si era mai visto prima. Ritengo che un sindaco debba guardare anche a un orizzonte di lungo respiro; e non c’è altro modo per allontanare i giovani dal crimine che offrire loro un’alternativa migliore, un’alternativa di bellezza, di autostima, di autonomia, di adesione ai valori comuni. Mi faccia dire con orgoglio che su questo lavoriamo con la massima tenacia e la più ferma convinzione.

Lei mi chiede quando potrà tornare a Napoli. Io non posso che risponderle: al più presto. Per molti anni New York ha avuto indici di criminalità ben più alti di Napoli, ma nessuno ha mai pensato di identificare la splendida metropoli americana con uno dei suoi aspetti deteriori; e i turisti, i viaggiatori, gli artisti, gli intellettuali hanno sempre risposto al suo abbraccio cosmopolita, mantenendo alto il livello di ossigeno culturale e civile, che è il maggior antidoto – a mio avviso – ai comportamenti criminali. Io la invito a fare lo stesso: a corrispondere l’abbraccio della nostra meravigliosa città, coi suoi tremila anni di storia, col suo incrocio di culture, con la sua bellezza struggente. Abbiamo bisogno anche della sua fiducia per rafforzare il nostro respiro metropolitano ed europeo, e Napoli può restituire tantissimo in cambio. Allora quando tornerà, spero presto, sarei molto lieto d’incontrarla, anche per proseguire brevemente di persona questo nostro scambio di idee.

Con stima, Luigi de Magistris

 

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