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Rifiuti Campania, 27 milioni di danni per la mancata bonifica delle discariche

La Corte dei Conti ha emesso 15 notifiche di risarcimento per un totale di 27 milioni di euro nei confronti di funzionari, dirigenti ed esponenti politici della regione Campania. Il motivo è da ricercarsi nella mancata adozione di misure di bonifica delle discariche che ha costretto l’Italia a pagare una multa all’Europa di oltre 40 milioni di euro. Coinvolti anche Bassolino e Caldoro.
A cura di Valerio Barbato
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Discarica rifiuti
Foto di repertorio

Un danno da 27 milioni di euro per la mancata bonifica delle discariche. La Guardia di finanza ha notificato 15 richieste di risarcimento danni a carico di esponenti politici, dirigenti e funzionari della Regione Campania, per non aver adottato le misure di messa in sicurezza di numerosi siti di smaltimento, mettendo a serio rischio la salute dei cittadini e la salubrità dell'ambiente.

Tra i destinatari dei provvedimenti emessi dalla Corte dei Conti della Campania, ci sono anche i due ex governatori della Regione, Antonio Bassolino e Stefano Caldoro, insieme all'ex assessore all'ambiente Giovanni Romano.  Sono 48 le discariche campane finite nel mirino della Commissione europea, di cui 14 contengono rifiuti pericolosi. Per ognuna di esse è stato calcolato il valore del danno in ragione della multa che la Corte di Giustizia europea impose allo Stato in tema di rifiuti circa un anno fa.  La somma da pagare per il governo era di venti milioni di euro, in aggiunta ai 120mila euro per ciascun giorno di ritardo. Cifra lievitata fino ad arrivare ad essere di 113,2 milioni di euro. Secondo la Guardia di Finanza e la Corte dei Conti i progetti di bonifica erano stati ampiamente finanziati dalla Regione Campania nel giugno del 2013, attingendo dalle risorse del POR Campania 2007/2013.

È l'ex assessore della giunta Caldoro, Giovanni Romano, a parlare per primo: "Non si contesta nessuna ipotesi di danno ambientale a carico della Regione. – scrive in una nota – I siti interessati sono costituiti da discariche comunali realizzate e gestite dai Comuni in violazione di norme di legge e, come tali, da bonificare".  Chiarisce, così, la sua posizione: "L'ipotesi – continua l'ex assessore – riguarda esclusivamente l'avvio di una istruttoria di responsabilità amministrativa per eventuali danni erariali causati da ritardi nell'esecuzione delle opere che, se realizzate, avrebbero evitato la sanzione conseguente alla procedura di infrazione europea, una procedura che riguarda 18 regioni".

Gli altri inviti a risarcire riguardano tre sindaci della provincia di Avellino: Francesco Ricciardi, sindaco di Monteverde, Antonio Russo, neo sindaco di Rotondi, e Stefania Di Cicilia, neo sindaco di Villamaina. Tutti e tre in passato avevano ricoperto il ruolo di responsabile unico per le bonifiche. Oltre ai tre amministratori,  destinatari anche Massimo Menegozzo, ex commissario delegato per le criticità in materia dei suoli, delle falde e dei sedimenti inquinati e di tutela delle acque superficiali della Regione Campania; Angelantonio Caruso, ex sindaco di Andretta (Avellino); Ines Giannini, ex commissario prefettizio di Andretta (Avellino); Luigi Antonio Scanzano, ex responsabile unico di procedimento ad Andretta (Avellino); Maurizio Rosa, ex responsabile unico delle bonifiche di Monteverde (Avellino); Bartolomeo Esposito, ex vice sindaco reggente di Rotondi (Avellino); Gabriele Lanzotti, ex responsabile unico bonifiche di Rotondi (Avellino); Michele Marruzzo, ex sindaco di Villamaina (Avellino); e Giovanni Vuolo, ex responsabile unico di procedimento di Villamaina (Avellino)

Le ecoballe saranno smaltite in Marocco

Intanto, sul fronte ecoballe, il ministero dell'Ambiente marocchino ha assicurato che lo smaltimento dei rifiuti provenienti dall'Italia, giunti nel paese nordadfricano, avverrà nel rispetto delle normative internazionali in materia. La notizia arriva in seguito ad una rivolta scatenata dalle associazioni ecologiste che si erano ribellate all'arrivo di 2500 involucri di rifiuti all'interno di un cementificio a Settat.

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