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Rifiuti, la provincia di Benevento dice no a 20mila tonnellate di immondizia dal Napoletano

Secco “no” del consiglio provinciale di Benevento alla proposta di ospitare temporaneamente circa 20mila tonnellate di rifiuti provenienti dal Napoletano all’interno dello Stir di Casalduni, attualmente chiuso dopo l’incendio dello scorso anno. Intanto, si avvicina la data di chiusura temporanea dell’impianto di Acerra.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Il consiglio provinciale di Benevento ha respinto all'unanimità la proposta di ricevere 20mila tonnellate di rifiuti provenienti dal Napoletano nello Stir di Casalduni, in vista del temporaneo stop dell'impianto di Acerra. Un rifiuto trasversale da parte di tutti i consiglieri provinciali, di ogni schieramento politico presente nel consiglio provinciale presieduto da Antonio Di Maria (Lista Civica di centrodestra). Ed ora la domanda è dove andranno a finire le 20mila tonnellate di rifiuti che dunque non saranno stoccate provvisoriamente a Casalduni.

"Se non riuciamo a far ripartire il ciclo di rifiuti in provincia", ha spiegato a margine del consiglio provinciale il presidente Di Maria, "cammineremo sempre su una sola gamba". E alla Regione Campania annuncia: "Siamo disposti a prendere i nostri rifiuti, ma non altro". La comunicazione della Sapna, la società che gestisce il ciclo di rifiuti del Napoletano, prevedeva uno spostamento delle migliaia di tonnellate di rifiuti partenopei all'interno dello Stir di Casalduni, attualmente fermo dopo l'incendio dello scorso anno, ed in vista del temporaneo stop dell'impianto partenopeo di Acerra. Ma dalla Rocca dei Rettori è arrivato un secco no che ora è destinato a far discutere. "Abbiamo già una serie di problemi da risolvere", ha aggiunto ancora Di Maria, che ha citato il pagamento delle discariche post mortem (ovvero al termine dell'operatività), l'individuazione dei siti per lo sversamento dell'umico, il trasferimento delle ecoballe attualmente a Fragneto Monforte, e così via. Il prossimo passaggio prevede che Di Maria porterà in Regione a Palazzo Santa Lucia le ragioni del no del consiglio provinciale beneventano, mentre la data dello stop temporaneo dell'impianto di Acerra si avvicina di ora in ora.

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