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Rione Sanità, 9 arresti nel clan Genidoni per le stese e gli omicidi di camorra

“Stese” al rione Sanita’ a Napoli, arrestate nove persone Blitz di carabinieri e polizia, tra indagati autori e mandanti. Nel mirino il clan Genidoni-Esposito e la cosiddetta ‘strage delle Fontanelle’. Determinanti le rivelazioni dei pentiti dei clan che hanno consentito di far luce su vari omicidi avvenuti negli ultimi anni.
A cura di Redazione Napoli
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Blitz di carabinieri e polizia nel rione Sanità. Arrestate 9 persone e sgominato un gruppo criminale del quartiere. Tra gli indagati gli autori e mandanti delle "stese" tra il 2011 e il 2016. La questura e i carabinieri del comando provinciale di Napoli hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Napoli a carico di nove persone ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso finalizzata a omicidi, estorsioni, traffico di stupefacenti e violazione della legge sulle armi.

Si tratta di persone accusate di aver fatto parte del clan camorristico Esposito-Genidoni (storicamente attivo alla Sanità) e il provvedimento cautelare a loro carico si fonda sugli esiti delle attività investigative frutto di un lavoro di sinergia, svolto di concerto, tra loro, da diverse forze dell'ordine (Squadra mobile e Comando Provinciale carabinieri di Napoli), che hanno focalizzato l'attenzione sul territorio del centro storico, teatro di numerosi agguati e di azioni dimostrative del controllo del territorio altrettanto pericolose, le cosiddette "stese”.

La complessa attività d’indagine, espletata soprattutto tramite le intercettazioni telefoniche ed ambientali, incentrata, oltre che sul capo clan Antonio Genidoni, anche sui soggetti a vario titolo collegati al suo nucleo familiare ed ai suoi più fidati uomini, ha consentito di ricostruire il ruolo di diversi affiliati al clan (alcuni dei quali già detenuti dal maggio scorso per il duplice omicidio Vigna – Vastarella, la cosiddetta “strage delle Fontanelle” nonché il ruolo di soggetti successivamente transitati nelle file di altri clan.

ll materiale indiziario raccolto ha trovato conforto anche in dichiarazioni di collaboratori di giustizia alcuni quali membri dello stesso clan, altri già componenti di due clan avversari che hanno vissuto sia il periodo in cui il sodalizio criminoso era retto da Pietro Esposito, alias ‘Pietrino' ucciso novembre del 2015, che i momenti successivi, contraddistinti dalla reggenza del Genidoni e di suo cugino Francesco Spina. Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia hanno consentito anche di fare luce sugli autori del tentato omicidio di Bara Francesco, successivamente ucciso nel dicembre del
2012.
Tra i destinatari del provvedimento restrittivo/oltre a Antonio Genidoni, vi sono anche la madre Addolorata Spina, la moglie Vincenza Esposito, Daniela Alessandro ed Esposito Emanuele Salvatore (già detenuti per gli omicidi del 22 aprile 2016 in Via Fontanelle), Walter Mello, già detenuto per una condanna a 16 anni di reclusione quale capo dell'omonimo clan.

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