Rione Sanità, gara di solidarietà per ristrutturare beni tolti alla camorra
"Due euro a piacere contro la camorra": è questo il messaggio lanciato dalla Onlus "Adda passà a nuttata" per la raccolta fondi destinata a ristrutturare e dare nuova vita a due locali confiscati alla Camorra nel cuore del Rione Sanità di Napoli. In questo luogo, che fino a non molto tempo fa era stato teatro di illegalità e morte, nascerà "Opportunity", un'agenzia di servizi gratuiti per i poveri e per tutti i minori a rischio della zona. L'obiettivo finale della campagna di crowdfunding, iniziata su Facebook e sugli altri social network, nei giorni scorsi, è di raggiungere entro il prossimo 14 luglio quota 20mila euro. Solo un sogno? Probabilmente no, visto che in sei giorni sono stati già raccolti cinquemila euro grazie a 362 donatori online, i cui nomi e dati sono pubblici.
L’idea dei promotori dell'inziativa, spiegata anche in un video diffuso in Rete, è di chiedere piccoli contributi, raccogliendo l’adesione di molte persone. Per partecipare basta collegarsi al sito dedicato e donare da 10 a 50 euro con un bonifico, oppure utilizzando Paypal o la carta di credito. Il denaro raccolto servirà a ristrutturare i due beni confiscati alla criminalità organizzata, situati in via Montesilvano numero 4 e 5, che si trovano attualmente in una condizione di degrado e abbandono. Si tratta di un basso, costruzione tipica partenopea, ricavato probabilmente da un ex deposito. L'associazione che ha lanciato la raccolta fondi ha anche organizzato per giovedì 14 giugno una serata evento: il ricavato dei ticket, dal prezzo di 10 euro, sarà devoluto interamente alla realizzazione del progetto e include un piatto di pasta, una bevanda, lo spettacolo e il dj set. Per ulteriori informazioni si può visitare la pagina Facebook dell'evento.
Nata nel 2010, "Adda passà a nuttata" ha realizzato numerosi progetti nel Rione Sanità, anche e soprattutto riguardanti la camorra. Il motivo è presto detto: Davide D'Errico, presidente dell'associazione, è lui stesso parente di una vittima. Il nonno, Lucio, imprenditore, è stato ucciso nel 1993 per non aver ceduto ai ricatti della criminalità organizzata. "La camorra mi ha portato via un nonno, ucciso per essersi rifiutato di pagare il pizzo – ha detto D'Errico -. Penso sempre a lui come a un eroe, ma avrei preferito avere un nonno e vivere in un mondo che non ha bisogno di eroi per combattere la criminalità".