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Rissa al San Giovanni Bosco, uomo aggredisce vigilante e tenta di prendergli la pistola

Un uomo ha cercato di sfilare la pistola dalla cintola di un vigilante al Pronto Soccorso del San Giovanni Bosco, presumibilmente nel corso di una discussione sull’accesso al triage. La scena è stata ripresa dalle telecamere di videosorveglianza dell’ospedale. L’ospedale è da giorni nella bufera per l’inchiesta della Procura che ha svelato l’infiltrazione del clan Contini.
A cura di Nico Falco
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Una donna si agita sul pavimento, forse colta da un malore. Si avvicinano alcuni parenti e il personale sanitario. Arriva un infermiere con una sedia a rotelle, provano a caricarla ma a fatica. Nel frattempo si avvicina anche una guardia giurata. Quello che si dicono non è chiaro, ma pochi istanti dopo un uomo, forse il marito della donna, si scaglia sul vigilante e cerca di sfilargli la pistola dalla fondina. Non ci riesce solo perché l'uomo resiste, afferra l'arma a sua volta, e intervengono due poliziotti fuori servizio che si trovavano in ospedale per altri motivi. Intanto, la  donna è ancora a terra, forse in preda a una crisi convulsiva.

Succede al San Giovanni Bosco di Napoli, la scena è stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza interne dell'ospedale dell'area nord di Napoli. La segnalazione arriva da Carlo Landolfi del gruppo "Noi contro la malasanità". L'area è quella del triage, dove vengono stabilite le priorità degli interventi, e dove probabilmente la signora stava attendendo il suo turno per essere visitata; la ressa potrebbe essere scattata proprio in seguito alla decisione dei sanitari che, una volta valutate le sue condizioni, potrebbero averle chiesto di attendere il suo turno perché c'erano pazienti più gravi.

L'ospedale è in questi giorni al centro della bufera in seguito all'ordinanza eseguita contro il clan Contini: l'inchiesta della Procura di Napoli ha accertato che il presidio ospedaliero era diventato una "base logistica" del clan dell'Alleanza di Secondigliano, dove venivano ricevuti affiliati e vittime di estorsione e usura e dove la camorra aveva messo le mani su appalti, servizi dell'indotto e persino sull'erogazione delle prestazioni sanitarie.

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