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backstair / Bloody Money

Rory Oliviero, coinvolto nello scandalo Bloody Money, in consiglio comunale ma si era autosospeso

Dopo la bufera generata dall’inchiesta Bloody Money, dove trattava con l’ex boss della camorra Nunzio Perrella l’affidamento di un servizio di smaltimento dei rifiuti, il consigliere comunale di Ercolano non aveva ritenuto di doversi dimettere: si era “autosospeso”. Una autosospensione lampo, perché siede di nuovo in consiglio comunale.
A cura di Gaia Bozza
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Mario "Rory" Oliviero (Facebook).
Mario "Rory" Oliviero (Facebook).
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Ricordate Mario Oliviero detto "Rory", il consigliere comunale di Ercolano (Napoli) autodefinitosi delfino di De Mita che nell'inchiesta di Fanpage "Bloody Money" tratta con Nunzio Perrella una tangente da 50mila euro per l'affidamento di un servizio di smaltimento di rifiuti in Campania? Dentro quella puntata ha suscitato grande scalpore la sua frase, rivolta a Perrella durante la trattativa: "E' un gesto di garbo, dei 25mila euro non ce ne fotte proprio, li teniamo sul braccio" (indicando il suo prezioso orologio). Ebbene, dopo la bufera e l'apertura dell'inchiesta, Oliviero si è guardato bene dal dare le dimissioni in Consiglio Comunale, attaccando l'inchiesta di Fanpage e sostenendo che quei 50mila euro fossero il suo (cospicuo) onorario, tuttavia il 2 Marzo scorso si è "autosospeso" con una singolare motivazione: doveva "continuare la battaglia per far emergere tutta la verità riguardo a questa vicenda, senza lasciare privi di rappresentanza quei 1.200 cittadini elettori che hanno espresso la loro preferenza manifestando così la fiducia nei miei confronti".

A meno di due mesi dalla bufera e da quelle frasi che hanno creato scandalo, l'"autosospensione" si è già dissolta e il consigliere si è già "autoreintegrato": il 18 Aprile lo vediamo sedere tra i banchi del Consiglio comunale di Ercolano con disinvoltura in un clima che qualche altro consigliere ha definito "surreale" a causa di contrasti all'interno della maggioranza. Nessuno sembra però sorpreso dal precoce ritorno di Rory Oliviero che, nell'inchiesta di Fanpage, trattava una somma di 50mila euro con Nunzio Perrella da consegnare in due rate, ricevendo poi una valigetta piena però solo di cartacce.

Qualcuno, senza fare specifico riferimento alla vicenda, parla invece di rispetto e di attesa per momenti migliori. Oliviero si siede e partecipa alla seduta: non una parola sulla "autosospensione", nulla sulla vicenda giudiziaria, né sul precoce "autoreintegro". Non ritiene, forse, di dare spiegazioni. Il suo intervento in aula consiliare si concentra su problemi politici che riguardano il bilancio, "trae spunto dai contenuti venuti fuori dai colleghi che mi hanno preceduto". Parla di missione politica, della necessità avvertire le esigenze reali dei cittadini. Tutto regolare, insomma. Ben più prodigo di dettagli e spiegazioni era stato con "l'infiltrato" Nunzio Perrella  –  l'ex boss della camorra, re della monnezza negli anni Ottanta e Novanta –  nell'inchiesta "Bloody Money", spiegandogli nei dettagli l'operazione. Vale la pena ricordare qualche passaggio della trattativa economica che il neo autoreintegrato consigliere comunale Oliviero ebbe con Perrella:  "Una volta firmato il contratto pattuiamo come dobbiamo fare il resto delle percentuali, il margine nostro: 25 (mila euro) a me, prima che facciamo l'invito e 25 al momento della firma". Poi spiegava meglio all'interlocutore: "Ti fidi di me? Tengo carta bianca, sono la Sma Campania". E in maniera ancora più convincente e incisiva, precisava: "È un gesto di garbo, dei 25mila euro non ce ne fotte proprio. ‘E tenimme ‘ngoppe ‘o braccio. E' una questione di garbo".

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