Rosario Padolino, ucciso da un cornicione in via Duomo un anno fa. La figlia: “Penso sempre a lui”
È passato esattamente un anno dalla morte di Rosario Padolino, commerciante di 66 anni ucciso da un cornicione, crollato al suolo in via Duomo, nel cuore del centro storico di Napoli, l'8 giugno del 2019. Padolino, proprietario di un esercizio commerciale proprio nella via del centro antico della città, stava camminando per strada quando fu colpito violentemente da un cornicione, un masso di circa 500 chili che si staccò da un edificio al civico 228 – dove è stata apposta una targa in sua memoria – e gli piombò addosso, uccidendolo. A distanza di un anno, a Fanpage.it una delle figlie del commerciante, Rossella, ricorda quel tragico giorno: "Ero da poco tornata da Milano, dove ero andata a trovare mia sorella, e stavo per partire per Ischia – racconta la ragazza -. Era uno dei primi weekend estivi, a Napoli faceva un caldo allucinante. Papà era uscito quando ci chiamano dal negozio e ci dicono che ha avuto un malore mentre era per strada".
Quando la famiglia di Rosario Padolino arriva in via Duomo, però, l'ambulanza è già partita alla volta dell'ospedale: "Sono trascorsi momenti interminabili – continua a raccontare la figlia – prima che qualcuno ci dicesse cos'era effettivamente successo. Solo dopo ore mio cugino, quando eravamo in ospedale da tempo, ha preso parola e ci ha detto che papà non ce l'aveva fatta e che era stato colpito da una pietra mentre camminava. Credo di aver realizzato solo il giorno dopo – confessa la ragazza – il modo assurdo in cui è morto mio padre". E ancora: "Lì sotto avrebbe potuto esserci una mamma con un passeggino, un ragazzino, oppure un turista. Immaginiamo cosa sarebbe successo se fosse morto un turista: il finimondo".
La ragazza, nell'anniversario della morte del padre, racconta anche come sono andati questi 365 giorni. "Ci sono stati, ci sono, alti e bassi, ma penso costantemente a lui. Un giorno ti chiedi il perché sia capitata una cosa del genere, l'altro ti dici che devi andare avanti" racconta. "Una cosa bella è il mio compagno: l'ho conosciuto pochi giorni la morte di mio padre, e da allora non se n'è più andato. Noi due siamo convinti che sia stato l'ultimo regalo di mio padre: mi ha salvata".