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Salerno, la Prefettura sospende il sindaco di Praiano accusato di induzione indebita

La Prefettura di Salerno ha sospeso dall’incarico Giovanni Di Martino, sindaco di Praiano, rinomata località turistica nella costiera amalfitana, in provincia di Salerno, arrestato venerdì 5 giugno per una presunta tangente da 250 euro, misura poi convertita con divieto di dimora, mentre l’accusa è stata trasformata in induzione indebita. Per la Prefettura sussistono le cause di sospensione previste dalla Legge Severino.
A cura di Pierluigi Frattasi
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La Prefettura di Salerno ha sospeso dall'incarico Giovanni Di Martino, sindaco di Praiano, rinomata località turistica nella costiera amalfitana, in provincia di Salerno, arrestato venerdì 5 giugno per una presunta tangente da 250 euro, misura poi convertita con divieto di dimora. Il provvedimento del rappresentante del Governo è scaturito in seguito all'inchiesta che vede indagato l'amministratore. Per la Prefettura sussistono le cause di sospensione previste dalla Legge Severino. Il primo cittadino del Comune della costiera amalfitana era stato arrestato venerdì 5 giugno dalla Squadra Mobile di Salerno, con l’accusa di concussione, per aver intascato una presunta tangente da 250 euro. Lunedì, dopo l’interrogatorio di garanzia sono stati revocati gli arresti domiciliari, mentre la misura cautelare è stata sostituita col divieto di dimora a Praiano ed è cambiata anche l’accusa: “induzione indebita”.

Il sindaco era stato arrestato per una presunta tangente di 250 euro

Il Sindaco, 46 anni, che è anche presidente della conferenza dei Sindaci della Costa d'Amalfi, era stato accusato di avere incassato quei soldi per la regolarizzazione di una pratica, il denaro sarebbe quindi servito per evitare ripercussioni amministrative e per velocizzare le procedure burocratiche per una questione riguardante dei lavori alla rete fognaria. Nel corso dell'interrogatorio davanti al gip del Tribunale di Salerno, Giandomenico D'Agostino, Di Martino ha fornito la sua versione dei fatti: la vicenda e la relativa somma di denaro non riguarderebbero il suo ruolo di amministratore né il comune di Praiano; si tratterebbe, ha detto, di una somma che gli era stata data come acconto sui costi di un procedimento amministrativo, quindi tutto sarebbe stato fatto senza commettere reati e in trasparenza assoluta. Le sue dichiarazioni ora sono al vaglio della Procura, che sta accertando la versione. Il legale di Di Martino, Antonio Zecca, si è detto "soddisfatto di questo primo approfondimento" e si augura "che la vicenda possa essere rapidamente ricostruita nel dettaglio per consentire al sindaco di tornare a Praiano a svolgere il suo ruolo di primo cittadino".

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