L'importante è negare. Negare sempre, negare tutto. Far finta di niente, fischiettare, guardare altrove. È troppo complicato il fenomeno camorra a Napoli. Troppo radicato, troppo articolato, abbraccia troppi ambiti e troppe fasce sociali, è difficile da sconfiggere se non iniziando dall'istruzione e dall'amore verso la città. Quindi perché preoccuparsene? Il ministro dell'Interno Matteo Salvini non una parola proferisce sulle stese che da Ponticelli a Forcella terrorizzano e mettono a rischio la vita di innocenti: per lui e per i suoi è meglio parlare degli immigrati, del rione Vasto e della presunta «invasione» di stranieri. Dal lato opposto, avete sentito in queste ore Luigi De Magistris proclamare sui social qualcosa rispetto al ferimento della donna vittima di una stesa lunedì a Forcella? Macché. Meglio giocare al Monopoly, annunciare una nuova moneta napoletana e l'autonomia della città, sfiorando il ridicolo già toccato col fallimento del "Napo".
Alla fine è molto più facile far finta che non esista, la camorra. È comodo per tutti, ivi compresa per la suddetta organizzazione criminale che vive e prospera nel silenzio e nella quieta accettazione. Qualsiasi ammuina è dannosa, perfino una manifestazione può bloccare una prolifica giornata di spaccio di droga, quindi tanto meglio se stiamo tutti zitti. Ci stiamo riuscendo bene.