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San Cipriano d’Aversa, latitante vicino al clan Schiavone catturato dopo un inseguimento

I carabinieri hanno intercettato e poi bloccato una Fiat Panda con a bordo due persone dopo un breve inseguimento: sul lato passeggero, era seduto un latitante ritenuto vicino al clan Schiavone, che deve rispondere dei reati di associazione di tipo mafioso, estorsione, violenza privata aggravata dall’aver agevolato un sodalizio mafioso. Nei guai anche il guidatore, fermato per favoreggiamento personale e resistenza.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Fine della latitanza per C.D.L., ricercato dallo scorso maggio e catturato ieri sera, mercoledì 11 luglio, dai carabinieri dell'aliquota radiomobile della compagnia di Casal di Principe, al termine di un breve inseguimento. L'uomo si era reso latitante dallo scorso 7 maggio, quando nell'ambito di una maxi-operazione organizzata delle forze dell'ordine, era sfuggito alla cattura, mentre altre sei persone erano state arrestate per i medesimi reati.

Il latitante, classe 1967, è ritenuto essere oggi un "personaggio orbitante" attorno al clan degli Schiavone dopo una lunga militanza nelle fila dell'altro clan casalese degli Iovine, di cui sarebbe stato il braccio destro dell'omonimo boss Antonio. L'uomo deve rispondere dei reati di associazione di tipo mafioso, estorsione, violenza privata aggravata dall'aver agevolato un sodalizio mafioso. Assieme a lui, è stato fermato anche il conducente dell'autovettura su cui viaggiava, una Fiat Panda nella quale si trovava seduto sul lato passeggero quando è stato intercettato e bloccato al termine di un breve inseguimento. Si tratta di G.L., pregiudicato classe 1972 ed originario della vicina Villa di Briano: l'uomo è stato tratto in arresto per favoreggiamento personale e resistenza.

Il latitante catturato è ritenuto essere stato il braccio destro di Antonio Iovine, ex-boss dei Casalesi conosciuto anche con il soprannome di ‘o Ninno ed oggi collaboratore di giustizia, ed era stato già condannato in passato per associazione camorristica nel processo Spartacus I. Era stato anche condannato in primo grado per concorso nell'omicidio del boss Vincenzo De Falco e per associazione camorristica: successivamente, era stato assolto dall'accusa di concorso in omicidio in secondo grado, mentre era stata confermata la condanna per associazione per delinquere di stampo camorristico con una pena di otto anni.

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