“San Gennaro non si tocca”: Napoli si mobilita per il tesoro del Santo patrono
Fazzoletti bianchi e cartelli per esprimere un solo concetto: "San Gennaro non si tocca". Oltre duemila napoletani sono scesi oggi in piazza davanti al Duomo del capoluogo campano per protestare contro il decreto del ministro Angelino Alfano, che prevede l'ingresso della Chiesa nella Deputazione che gestisce il tesoro del Santo patrono. Una istituzione laica, che da oltre 500 anni amministra la Reale Cappella e che dal 1811 è presieduta dal sindaco di Napoli. Il decreto Alfano affida al cardinale Crescenzio Sepe la nomina di quattro componenti della Deputazione, sottraendoli al sindaco. Questa novità ha dato vita all'affollata manifestazione di protesta, durante la quale in tanti (hanno partecipato una ventina di associazioni, col tam tam alimentato da Facebook) hanno legato i tradizionali fazzoletti bianchi che si sventolano per festeggiare il miracolo della liquefazione del sangue del Santo all'ingresso della Cappella.
A rischio l'autonomia di una istituzione secolare
Quella di Alfano è una decisione che va a modificare una tradizione ormai consolidata a Napoli, dove la Deputazione del tesoro di San Gennaro è un'istituzione secolare e autonoma che rappresenta assieme la nobiltà (con due rappresentanti per famiglia, in totale 10 membri) e il popolo (in minoranza, con due membri). Il rischio di un'eccessiva ingerenza del clero (nel mirino il cardinale Sepe, che per ora non è intervenuto sulla vicenda) è alla base della manifestazione di protesta, che si preannuncia come la prima di una lunga serie. La stessa Deputazione ha infatti annunciato nuove iniziative, oltre ad aver fatto arrivare il caso in Parlamento con due interrogazioni parlamentari e aver richiesto l'intervento di Papa Francesco.