San Giorgio a Cremano, la camorra imponeva le buste di plastica ai commercianti
I negozianti di San Giorgio a Cremano, ma anche i venditori ambulanti, erano obbligati ad acquistare le buste di plastica dalla camorra. E, oltre all'imposizione, venivano anche truffati: nei pacchi c'erano meno buste, perché, tanto, nessuno le avrebbe contate e nessuno, soprattutto, avrebbe osato lamentarsi. A gestire la vendita, tramite prestanome, era l'ex boss Umberto Luongo, oggi collaboratore di giustizia e prima dell'arresto a capo del gruppo Luongo-D'Amico, costola dei Mazzarella che da San Giovanni a Teduccio si era esteso a Portici e a san Giorgio a Cremano.
L'affare viene descritto da due complici di Luongo in una conversazione telefonica del giugno 2017 e intercettata dagli inquirenti. "Due o trecento euro a settimana con le buste mica sarebbero male", dice la donna. E sarebbe un "lavoro" anche facile, perché chiunque le avrebbe comprate senza battere ciglio. Il pacco da mille buste sarebbe costato cinque euro e sarebbe stato venduto a 10 euro. Ma Luongo, dicono i due, aveva trovato un modo per guadagnarci ancora di più: nei pacchi da vendere non lasciava mille buste, ma soltanto 750. Così, da ogni tre cartoni venduti ne ricavava uno gratis. "Tanto – si dice nella conversazione – chi se le conta? chi dice niente?".
L'imposizione delle buste di plastica da parte della camorra è uno dei vecchi sistemi usati dalle organizzazioni criminali per estorcere il racket mascherandolo da normale vendita. Negli anni '90 il sindacalista Federico Del Prete, venditore ambulante, aveva denunciato che i Casalesi imponevano ai mercati di Mondragone l'acquisto a cinque euro al chilo delle buste, che in realtà costavano poco più di un euro. Il 2002 Del Prete venne ammazzato. Le successive indagini dimostrarono che il movente dell'omicidio era proprio la necessità di zittirlo dopo i continui esposti sulle estorsioni ai venditori ambulanti.
Nell'ordinanza, eseguita oggi, 22 gennaio, dai carabinieri del Comando Provinciale di Napoli, emerge anche un altro episodio che esprime la forza di intimidazione del clan: il boss e due uomini della sua scorta avevano picchiato selvaggiamente un commerciante, che era intervenuto in difesa di una donna che non aveva ceduto la precedenza al passaggio dell'auto blindata.