San Marcellino, bimbi di un asilo picchiati sui genitali: condannate tre suore e una madre superiora
Sono state condannate al termine del processo con rito abbreviato per maltrattamenti sui minori e intralcio alla giustizia le suore di un asilo di San Marcellino, nel Casertano, sospese dallo scorso giugno. Il giudice per l'udienza preliminare Nicola Paone del tribunale di Napoli Nord ha optato per una pena più lieve rispetto a quelle richieste dal pubblico ministero Francesco Persico: alla 76enne madre superiora e alle tre consorelle, di origine indiana e filippina, rispettivamente di 54, 47 e 34 anni è arrivata una condanna a due anni. I maltrattamenti sarebbero stati perpetrati dalle tre consorelle e non dalla madre superiora alla quale è stata però riconosciuta la responsabilità della gestione dell'istituto e la volontà di aver tentato di comprare il silenzio di una mamma con del denaro, dunque di intralcio alla giustizia.
Bambini picchiati sui genitali e costretti a stare al buio
La vicenda era emersa nel 2018 quando attraverso alcune testimonianze di numerosi bambini dell'Istituto paritario Santa Teresa del Bambin Gesù dove svolgevano servizio le suore appartenenti alle Suore degli Angeli, erano emersi violenti maltrattamenti che si verificavano a scuola. Da qui la denuncia alle forze dell'ordine di alcuni genitori dei bambini maltrattati che hanno portato al provvedimento di sospensione per le tre suore accusate, da molti genitori descritte però come amorevoli e attente. Eppure sarebbero state proprio le immagini delle telecamere nascoste all'interno dell'asilo e le intercettazioni ambientali a confermare i racconti dei piccoli maltrattati: cinque i bambini presi di mira dalle religiose nei mesi di aprile e maggio 2018, bimbi di età compresa tra i 3 e i 5 anni che a causa di quelle violenze avevano iniziare a manifestare disagio e cambiamenti di umore. Strattoni, schiaffi sulla testa e tirate di capelli: le suore non si limitavano a questo tipo di punizioni. Alcuni bambini avrebbero riferito di aver ricevuto schiaffi nelle parti intime: qualcuno è tornato a casa addirittura con i genitali arrossati. E ancora: i bimbi considerati più irrequieti venivano rinchiusi in una stanza buia. Chi si rifiutava di mangiare, invece, veniva costretto a ingoiare il cibo caduto per terra.