Sant’Antonio Abate, aveva una penna pistola modificata, arrestato
I carabinieri della stazione di Sant'Antonio Abate, in provincia di Napoli, hanno arrestato V. R., 33enne del posto, pregiudicato, per detenzione illegale di arma clandestina: è stato trovato in possesso di una penna pistola, modificata per sparare proiettili a una distanza di 50 metri. Concepita per segnalare la posizione di persone di dispersi, la penna è da tempo entrata a far parte dei "gadget" che la malavita utilizza come armi. L'uomo è stato sottoposto ai domiciliari in attesa della convalida.
I militari sono arrivati alla sua abitazione nell'ambito dei controlli del territorio, hanno deciso di procedere con l'ispezione dopo aver notato dei movimenti sospetti. Hanno perquisito la casa e nel cortile, nascosta in un astuccio, hanno trovato l'arma: marca Erma e modello sg-67, la matricola era stata cancellata per impedire di stabilirne la provenienza; nello stesso contenitore c'erano anche 6 proiettili e un bossolo. La penna pistola era stata modificata, la canna era stata allungata in modo da aumentarne la gittata: era capace di colpire un bersaglio fino a 50 metri di distanza.
Come funziona la penna pistola
L'arma trovata dai carabinieri a Sant'Antonio Abate, di fabbricazione tedesca, è in realtà uno strumento di segnalazione dedicato ad escursionisti, pescatori e velisti, ma è utilizzato anche da soldati e poliziotti. Serve per sparare cartucce di segnalazione fino a 60 metri che emettono fumo colorato (rosso, bianco o verde) visibile da un paio di chilometri di giorno e anche da venti chilometri di notte, in modo da segnalare la posizione di dispersi e chiedere soccorsi. Con delle modifiche può sparare dei proiettili, diventando così letale.