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Scampia, ok alla demolizione di tre Vele: il piano vale 18 milioni di euro

Dei quattro edifici ancora in piedi dei sette originari, tre dovrebbero essere abbattuti e uno riqualificato. Le operazioni dovrebbero cominciare in primavera. Il Comune: “Realizzare qui un significativo innalzamento della qualità della vita”.
A cura di Ida Artiaco
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Sono 18 i milioni di euro che il Comune di Napoli utilizzerà per abbattere tre delle famose Vele di Scampia, quartiere alla periferia est di Napoli, diventate famose, negli ultimi tempi, grazie al successo della serie tv "Gomorra". In particolare, è stata proposta la demolizione dei fabbricati A, C e D e la rigenerazione del B. Il progetto rientra in un più ampio piano di riqualificazione urbana dell'intera città, approvato dall'amministrazione comunale lo scorso maggio e su cui aveva già ottenuto il via libera da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri. L'obiettivo di questi interventi, si legge in una nota dell'ente pubblico, è quello di "realizzare un significativo innalzamento della qualità della vita e della condizione abitativa di coloro che vivono nell'area di Scampia".

Il sì definitivo del Governo è atteso entro Natale, mentre le operazioni di abbattimento dovrebbero cominciare la prossima primavera, mettendo così la parola fine ad una situazione di degrado di cui si parla da decenni nel capoluogo partenopeo. Un primo tentativo di demolizione delle Vele, che interessò tre dei sette edifici originari, ci fu tra il 1997 e il 2003. Poi il quartiere fu colpito di nuovo dalla faida tra i clan camorristici della zona e tutto è rimasto fermo finora. Secondo il piano attuale, è previsto il mantenimento di un solo edificio, che dovrebbe ospitare temporaneamente i nuclei familiari che ancora non hanno trovato posto nelle vicine case popolari.

Le Vele di Scampia, tra degrado e Gomorra

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Le Vele di Scampia sono palazzi ad uso residenziale costruiti nell'omonimo quartiere di Napoli tra il 1962 e il 1975, così come previsto dalla legge 167. Progettate dall'architetto Franz Di Salvo, si trattava inizialmente di un complesso di sette edifici. Con il passare degli anni, sono diventati simbolo del degrado della città, finendo con il rappresentare un ghetto. Molti degli appartamenti qui presenti furono occupati abusivamente dopo il terremoto dell'Irpinia del 1980 da numerose famiglie rimaste senza casa. In anni più recenti, la criminalità organizzata ha fatto di quest'area il suo quartier generale, rendendola una delle piazze della droga più grandi d'Europa e simbolo negativo della città, dopo essere diventata set cinematografico di film e serie tv di successo. Tra il 1997 e il 2003 sono state abbattute tre strutture, attualmente ne rimangono in piedi solo quattro, che rientrano nel progetto di riqualificazione previsto dall'amministrazione De Magistris.

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