Camorra, scarcerato Luigi Cimmino: il boss del Vomero torna libero
Torna libero dopo solo 11 giorni di detenzione il boss Luigi Cimmino, arrestato al Vomero lo scorso 20 luglio nell'ambito di un'operazione che ha smantellato il sistema estorsivo del clan dell'area collinare di Napoli. A disporre la scarcerazione del capoclan è stato il Tribunale del Riesame di Napoli (decima sezione), che ha accolto la richiesta degli avvocati Giovanni Esposito Fariello e Guido De Maio, annullando l’ordinanza di custodia cautelare. Un provvedimento che giunge inatteso all'indomani dell'arresto in cui lo storico capoclan venne condotto via dai carabinieri tra gli applausi della folla, generando una ridda di polemiche. La stessa indagine permise agli investigatori di venire a conoscenza del sistema di "welfare" messo in piedi dalla cosca per supportare le famiglie degli affiliati finiti in carcere. Ogni mese, un gregario del clan consegnava a moglie e fidanzate la cosiddetta "mesata".
Bisognerà attendere ancora qualche giorno per conoscere le motivazioni della sentenza che verranno depositate nelle prossime ore, tuttavia sembra che sia stata l'insufficienza di indizi, cui la difesa si è appellata a far scattare il provvedimento in favore del boss. Intercettazioni ambientali, sms e le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia non sarebbero sufficienti, secondo i legali di Cimmino, a supportare l'ipotesi accusatoria della Procura, secondo la quale, il boss tornato a Napoli dopo un periodo di esilio, avrebbe posto le basi per ricostruire, nella zona fra Vomero e Arenella, il potere del clan omonimo attraverso un sistema di estorsioni ai danni degli imprenditori edili locali. Secondo uno dei pentiti che hanno collaborato alle indagini il boss avrebbe detto di volerli mettere "tutti in ginocchio". A suggellare la volontà di rimettere in piedi il sistema criminale sarebbe stato il vertice con gli altri capoclan in Spagna, a Barcellona. "Lucido, determinato, assolutamente orientato nello spazio e nel tempo, fattivo e capace di impartire ordini e direttive" come lo descrive il giudice per le indagini preliminari Daio Gallo, Luigi Cimmino è uno degli storici capiclan del quartiere collinare, tanto da finire del mirino delle cosche rivale. Proprio lui, infatti, era il reale obiettivo dell'attentato in cui il 17 giugno 1997, nel quartiere Arenella, perse la vita Silvia Ruotolo, vittima innocente di camorra e madre dell'attuale assessore comunale alle politiche giovanili Alessandra Clemente. All'ultimo arresto del boss erano seguiti diversi episodi di violenza nello stesso quartiere Arenella, riconducibili, presumibilmente, al racket locale.