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Se fallisce il “budget salute” fallisce il patto tra Regione e cittadini

Nel silenzio delle istituzioni, nel 2019 si è consumato il fallimento forzato del “budget di salute”, strumento di welfare di cui la Campania era capofila, con la prima legge regionale ad hoc. Invertire la rotta è l’obiettivo per l’anno che verrà: altrimenti anche per la lotta alla camorra saranno dolori.
A cura di Redazione Napoli
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È un fine d’anno complesso se non drammatico per la cooperazione in Terra di Lavoro, ovvero Caserta e provincia, ma anche per tutta la regione Campania.

Il sistema del “budget di salute” progetto socio sanitario che nasce dall’intuizione della legge 180 di Franco Basaglia, che rimette al centro la dignità degli ultimi attraverso il lavoro è a rischio chiusura.

La Campania è capofila, ne ha fatto una legge, primi in Italia, studiati da tutto il mondo accademico. Progetto che fa risparmiare soldi pubblici, aiuta i più deboli attraverso il riuso dei beni confiscati. Eccellenza vera, ma non è sufficiente.

Invece di progredire, invece di riflettere come andare avanti, tra rimpalli burocratici, è tutto messo a rischio.

Invece di avere istituzioni che ne riconoscono il beneficio, che comprendono la volontà di riscatto di una terra e la richiesta dignità del suo popolo, veniamo guardati dall’alto con spocchia da chi è preposto a trovare soluzioni e invece si barrica nel castello della burocrazia.

Già, queste persone non riconoscono e non fanno proprie le sofferenze che generano stipendi non pagati, ragazzi disabili e autistici che possono perdere un lavoro che è la loro migliore terapia. Cooperazione non è avere dei fondi economici ma credere in valori umani e sociali.

La domanda di questo fine d’anno è: vogliamo un territorio diverso?
Vogliamo che il riscatto delle terre tempestate dalla camorra sia reale oppure è solo uno slogan?
Le istituzioni sono, ahimè, disattente. C’è una profonda disattenzione a comprendere la complessità delle relazioni umane e del cammino di rinascita della dignità.

Perciò è offensiva la domanda che ci hanno posto: di quanti soldi avete bisogno?

Come se il denaro risolvesse anni di inquinamento delle coscienze.

A chi da fastidio una rete di beni confiscati, diventata eccellenza nazionale, che fa rinascere i territori e non spreca denaro pubblico ma anzi crea posti di lavoro?
A chi da fastidio?
Chi ne trae beneficio da questo fallimento forzato?
Chi vuole continuare a tenere piegata una terra che vuole rinascere?
Perché Regione, Comuni, Enti Locali Territoriali, Presidente, Assessori, Sindaci e Consiglieri non hanno un sussulto di allarme chiedendosi perché i più deboli devono essere sempre messi all’angolo quando invece la soluzione esiste, c’è ed è in atto da un decennio?

Se troviamo le risposte a queste domande, forse saremo più vicini alla soluzione.

La disattenzione è il male peggiore. Ricordiamocelo.

Nel frattempo #IoStoConNCO

Articolo a cura di Sergio Nazzaro

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