“Se non ci fossimo fermati per un caffè saremmo morti”, campani salvi nel crollo di Genova
"Siamo ancora vivi grazie ad un caffè". Una frase che fa quasi sorridere, se non fosse che si tratta della verità. Solo le parole, infatti, di uno dei sopravvissuti alla tragedia di Genova, dove ieri mattina è crollato il Ponte Morandi dell'A10, provocando una quarantina di morti e decine di feriti. Tra i deceduti, anche quattro ragazzi napoletani, che stavano andando in vacanza a Nizza (tra questi, il giornalista e videomaker Giovanni Battiloro), mentre un quinto napoletano, G.S., quarantottenne di Casalnuovo ed autista di un furgone per una ditta di Scafati, è al momento ricoverato all'Ospedale San Martino di Genova.
Il "miracolo" è invece accaduto ad una coppia di Sala Consilina, diretta a Sanremo. Anche loro ieri mattina stavano percorrendo l'A10, che da Genova arriva fino al confine francese di Ventimiglia. E si sono ritrovati, al momento del crollo del Ponte Morandi, a poche centinaia di metri dal disastro. Pochi secondi di marcia in più, e forse anche per loro non ci sarebbe stato scampo. "Merito" di questo provvidenziale ritardo, è stato un caffè preso in autogrill poco prima. Pochi minuti di sosta, quanto è bastato a Biagio Carta, quarantacinquenne di Sala Consilina, ed alla compagna Chiara, per scampare al disastro. Il tempo di quella pausa è bastato a rallentare la loro tabella di marcia di quel poco che è bastato affinché nel loro caso la "Dama Nera" non riuscisse ad esigere un tributo mortale anche a loro.